Quattro giorni di nevicata, settanta centimetri di neve ai bordi delle strade, una città che per qualche giorno cambia volto: sono passati trent’anni dalla grande nevicata del 1985.
Un anniversario particolare, caduto nella giornata di ieri: tre decenni fa Gallarate si è svegliata come se fosse una città scandinava, letteralmente sommersa dalla neve. Chi c’era se lo ricorda benissimo, per chi non era ancora nato ci sono le foto scattate all’epoca.
Come quelle che , commerciante e vicepresidente Ascom, ha pubblicato sul suo profilo Flickr. «Nel 1985 io studiavo all’Itis. Ricordo», racconta, «che il comune fece pressione sugli studenti perché andassero a spazzare la neve. Molti accettarono».
Anche perché il comune pagava 10mila lire all’ora per rimuovere la neve dalle strade. Un lavoro ben retribuito, anche se si trattava di lavorare durante la notte.
Introini, però, non ha partecipato: «Io avevo già da spalare quella davanti a casa e di fronte al negozio dei miei genitori». E così un giorno uscì di casa con la sua Nikon, per raccontare con le immagini quell’evento eccezionale. Che oggi rivive anche grazie alle sue immagini.
C’è infatti chi le ha condivise sui social network, scatenando un’ondata di amarcord ben più alta dei 70 centimetri della grande nevicata. Chi ricorda di aver iniziato a lavorare proprio in quei giorni e di essere stato costretto a camminare per 5 chilometri per arrivare in ufficio.
E chi, uscendo di casa, non trovava più la sua 126 sommersa dalla neve. Gli studenti dell’epoca ricordano con gioia i giorni extra di vacanza garantiti dalla pesante nevicata, trascorsi all’aperto a giocare a palle di neve.
Ma anche chi ha dovuto “rompersi” la schiena per spalare quei 70 centimetri ricorda comunque con piacere quello che rimane un evento eccezionale. Già, perché da queste parti ormai nevica sempre più raramente?
«Le ragioni sono sostanzialmente due», spiega , meteorologo del Centro geofisico prealpino di Varese, «quella fondamentale è legata al fatto che la temperatura si sta alzando e di conseguenza anche il limite della neve si alza». Ovvero, i fiocchi scendono a quote sempre più alte.
In secondo luogo «c’è una tendenza all’aumento delle giornate serene». Ormai da vent’anni, infatti, «attraversiamo periodi di siccità prolungata durante l’inverno. In questo momento è dal 16 dicembre che non abbiamo piogge». Anche questa potrebbe essere «una conseguenza indiretta del riscaldamento globale». Che toglie anche la magia di una nevicata fuori misura, così abbondante da venir ricordata con nostalgia ancora trent’anni più tardi.