Parigi ha visto diverse giornate che non si potranno dimenticare, di tragedia, paura, sollievo. Di unità repubblicana e di dolore. Qui, a casa nostra, possiamo stare tranquilli? Quando ero sindaco avevo contatti regolari con la Questura di Varese in tema di sicurezza e più volte gli esperti mi espressero la loro idea: «Il rischio non sono i luoghi di culto pubblici, che possiamo sorvegliare, ma le riunioni segrete, nei garage o negli scantinati. La trasparenza e la legalità aiutano il nostro lavoro di ‘intelligence’, così come il dialogo aiuta ad isolare le posizioni estremiste e fanatiche». Non mi sorprende
sentire da diversi amici che domenica nelle nostre parrocchie si è parlato di dialogo. Ma so che la discussione sui luoghi di culto, specialmente qui in Lombardia, divide. Leggo di sindaci (Busto) che sventolano il “no” come una bandiera, di altri (Gallarate) pronti a considerare soluzioni positive. Il mio Comune è alle prese con una sentenza del Tar che lo condanna ad applicare la legge regionale. Comunque la si pensi vorrei non si dimenticasse che il terrorismo non è un crimine qualsiasi: esso cerca di provocare delle conseguenze. Per questo spero in una discussione pubblica sul che fare.