Ecco Varese, tra talento e lavori in corso

Prima amichevole a Masnago contro gli svizzeri del Massagno davanti a mille tifosi. Finisce 87 a 66. Moretti: «I giocatori si cercano e hanno voglia di lavorare, questo è positivo. Poi manca tutto il resto»

Il talento c’è, il resto sono lavori in corso. La sintesi è nostra ma non si allontana molto dal pensiero di coach Moretti. La prima Varese stagionale al Palawhirlpool è un cantiere in cui il gruppo, la squadra, la forza complessiva sono indescrivibili; le individualità, l’impegno, la crescita – invece – sono elementi tangibili e già giudicabili.

Massagno – nelle cui fila milita l’ex Robur Fabrizio Garbosi come vice allenatore – è un avversaria dall’impatto relativo e si presenta per giunta incompleta di uno dei suoi uomini chiave, il senegalese Pape. Quello con gli svizzeri, quindi, è solo un albore di agonismo che serve ai biancorossi per abituarsi a quello che gli aspetta da qui in poi. Il risultato – in aggregato 87 -66 – è una vittoria e fa sempre bene, ma è esercizio di realtà e di misura fermarsi subito con gli entusiasmi. Questi ultimi non sono stati comunque lesinati dal pubblico presente, non in gran numero a dire il vero (un migliaio gli spettatori), ma caldo e contento di vedere la prima sgambata dei propri beniamini. Tra loro anche un interessato sindaco Attilio Fontana. In campo partono Wayns, Cavaliero, Thompson, Faye e Davies: mancano Shepherd e Campani, il primo per problemi al tendine di Achille, il secondo per un po’ di mal di schiena. L’inizio di Varese ha le polveri piuttosto bagnate: Davies – che circumnaviga piuttosto lontano da canestro – ci prova col tiro frontale ma non ci becca. È allora di Wayns il primo canestro dopo un susseguirsi di errori. Quando Thompson e compagni aggiustano la mira il vantaggio si fa subito ampio, a firma dello stesso ex Santa Cruz Warriors, di Davies e ancora del condottiero Wayns, difficilmente contenibile – almeno in velocità – dai pari ruolo. Massagno non può far altro che incassare il fatturato del risveglio biancorosso: la prima frazione si conclude 19-9.

Il punteggio viene azzerato dopo la pausa: si riparte. Un campo aperto per Galloway – terreno di caccia molto più della balistica – viene sfruttato con un ‘affondata, segue un bello scambio tra i lunghi Faye e Davies. A rendere più equilibrato il secondo atto sono le bombe del funambolico Christophe Varidel, 24 enne svizzero formatosi nell’Università dell’Alabama, e quelle di Seth Gearhart, ala statunitense: talmente equilibrato che Varese alla fine lo perde, smarrendo i tiratori avversari dietro e incaponendosi in soluzioni poco convincenti davanti. Finisce 17-25.Moretti non

può essere contento e catechizza i suoi. Il terzo tempo è quindi più attento, in primis in difesa dove la coppia Davies-Faye si dimostra mobile e prolifica negli anticipi; poi in attacco, cui la retroguardia registrata regala spazi in cui ancora si esibisce Galloway. Dell’ex Omegna non piace la meccanica di tiro – antiestetica al di là dell’efficacia – mentre convincono velocità, esplosività, e capacità di regia in appoggio a Wayns. Il periodo è quasi un suo assolo e termina con il punteggio di 24 a 16.

Coach Paolo prova difese allungate e ruota molto i suoi: in fondo si tratta di un allenamento. Scorribande di Galloway a parte, riescono a mettersi in luce anche Ferrero e Molinaro, con un po’ di sostanza. Ci sono gli applausi per un Maalik Wayns già leader, poi quelli per tutti, affettuosi e scroscianti. Termina 27-16, che aggregato con gli altri quarti fa 87 a 66.
«Mi piace sottolineare ancora l’impegno e la voglia di giocare insieme dei miei ragazzi – dichiara Moretti a fine gara – Sono contento quando si cercano, quando provano a imbeccare il compagno più libero. Il talento poi c’è, è tutto il resto che ancora manca: la memoria offensiva, gli automatismi dietro, spazi e tempi. Insomma, dobbiamo migliorare: siamo ancora lontani dalla sufficienza».