«Il basket italiano risalirà Guai a chi snobba Varese»

«Una cosa che ho ben imparato nella mia carriera è che non bisogna mai sottovalutare Varese, affrontandola pensando di partire favoriti. Perché le squadre che possono contare sulla storia, sulla tradizione e sul carattere sono sempre in grado di sorprendere». Parola di Dan Peterson: quarant’anni di esperienza nel mondo del basket italiano ne fanno una sorta di enciclopedia. La sua ultima avventura è scattata appena qualche mese fa: ha messo faccia e firma sul rilancio di una testata storica, Superbasket.

Con l’intenzione, condivisa da tutti coloro che collaborano con noi, di mantenere inalterate la tradizione e la linea di una grande rivista, che nei suoi due anni di assenza dal panorama editoriale è mancata davvero a tutti. Bisogna quindi dire grazie a Giampiero Hruby, che ha avuto il coraggio di credere in questo rilancio e di ridare vita alla testata.

Il primo numero lo abbiamo realizzato esclusivamente in formato digitale, mentre il secondo ha assunto anche veste cartacea. L’obiettivo è uscire da settembre a giugno, proponendo entrambe le versioni: per questo cerchiamo partner disposti a darci una mano in questo progetto. Ma soprattutto ciò che vogliamo offrire è un buon servizio ai nostri lettori.

E mai come in questo momento il basket italiano necessita di nuova visibilità per rilanciarsi.

Io credo che il ritorno di Superbasket sia uno degli elementi che fanno ben sperare in proposito, insieme a tanti altri.

Il successo in tv di gara7 dell’ultima finale scudetto, che ha avuto un milione di spettatori su Rai3. I buoni risultati della Nazionale di Pianigiani in queste qualificazioni per gli Europei. La cavalcata di Milano in Eurolega, terminata alle soglie della final four. Il trionfo di Reggio Emilia in Eurochallenge. Il basket italiano sta rialzando la testa, noi di Superbasket ci siamo.

Milano e Sassari, sulla carta, partono favorite. Ma se dovessero arrivare in finale squadre come Venezia e Reggio Emilia, che si sono nettamente rinforzate, io non mi stupirei affatto. Confermarsi non è mai semplice, soprattutto se si operano cambiamenti importanti. Sarà un campionato aperto e interessante, così come lo è stato quello appena terminato: l’Armani ha vinto lo scudetto perdendo complessivamente ben sette partite di playoff. Complimenti dunque a Milano, che ha avuto le palle per resistere allo stress e alla pressione.

Dall’esterno, molti guardano a lui soltanto come al personaggio che ben conosciamo, ma a Capo d’Orlando ha dimostrato grande astuzia. Non avendo esperienze alle spalle come allenatore, ha saputo proporsi al meglio come gestore della squadra. A Varese farà la stessa cosa, affiancato ancora una volta da uno staff esperto . Il Poz saprà dare energia e grande carica, potendo contare su un grande supporto tecnico.

Se ne sono andati elementi importanti come Polonara e De Nicolao, ma io dico che Varese ha una dirigenza, con in prima fila Cecco Vescovi, estremamente navigata, che ha grande conoscenza del mercato oltre che delle realtà dei nostri campionati e di quelli stranieri. Per cui secondo me i biancorossi partiranno con due grandi vantaggi.

Il primo: non avere i pronostici dalla propria parte. Il secondo: essere fatta di gente che ha fame. Partire apparentemente svantaggiati in realtà può essere molto positivo, soprattutto quando si parla di realtà come Varese o Cantù, per fare un altro esempio. Storia, tradizione e carattere possono fare la differenza, per cui io dico che non bisogna mai sottovalutare Varese.

Non metto mai il naso nelle scelte delle società. L’atletismo e il non avere complessi di alcun genere sono sempre state le armi di Varese. E due anni fa, proprio su queste basi, poteva vincere lo scudetto, se Dunston non avesse saltato gara7 in semifinale contro Siena.

Io credo si debba togliere un po’ della pressione che Pozzecco ha addosso: Gianmarco porterà grande entusiasmo, ma non potrà fare tutto da solo. Ci vuole innanzitutto la materia prima. Se il Poz ha accettato questa sfida, però, vuol dire che ci crede davvero.

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