VARESE «L’idea è buona, bisogna vedere se gli attori coinvolti vogliono partecipare». Così l’assessore al Commercio Sergio Ghiringhelli commenta la proposta del fiorista Max Rovera che l’altro ieri è partito per Londra lasciando a disposizione della città il suo negozio-gazebo di piazza Repubblica.
Il fiorista, che da tempo si batte contro il degrado della zona, prima di abbandonare la Città Giardino, ha proposto al Comune e alle associazioni di commercianti di accollarsi i costi del gazebo (locazione, luce, collegamento internet, telefono, occupazione del suolo) per renderlo una piccola centrale operativa ad uso delle forze dell’ordine e debellare così i problemi di sicurezza di cui la piazza soffre da troppo tempo.
Oggi il distretto del commercio si riunirà introno a un tavolo, ma all’ordine del giorno non c’è il gazebo del fiorista, bensì il progetto “Varese Smart City”. «Prima bisogna capire bene a quanto ammontano i costi – spiega l’assessore Ghiringhelli – L’idea è stata lanciata ed è evidente che è buona, ma bisogna vedere se ha le gambe per camminare. Oggettivamente è positivo avere un presidio nella zona, ma non illudiamoci che la sua presenza cambierà le sorti della piazza».
Dello stesso parere anche Gianni Lucchina, direttore di Confesercenti: «Quello di Rovera è stato sicuramente un atto di generosità per Varese, ma adesso occorre capire se le forze dell’ordine posso effettivamente garantire un presidio in quel posto. Avranno il personale per una postazione fissa, per 24 ore al giorno?». «A mio parere un chiosco per la sicurezza costituisce un aiuto importante per la zona, ma non colpisce l’obiettivo per cui stiamo lavorando, ovvero rendere la piazza a misura di famiglie, bambini e pensionati inclusi – continua Lucchina – Se il gazebo fosse aperto fino alle 17.30, cosa succederebbe dopo? Che la piazza tornerebbe in possesso della stessa gente che si vuole allontanare».
«Se, invece, quella piazza la si trasforma con iniziative, eventi e mercati e la si rende un luogo dove è piacevole stare, allora le cose cambiano radicalmente. Detto questo, un presidio fisso per le forze dell’ordine serve, anche solo per garantire che gli eventi sulla piazza si svolgano in piena sicurezza». Roberto Tanzi, direttore di Confcommercio, commenta: «Non possiamo prendere una posizione netta e precisa, bisogna aspettare la risposta delle forze dell’ordine e capire la loro disponibilità».
b.melazzini
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