La parabola del Senatùr Snobbato nella sua Cassano

«La Lega ritornerà», assicura dal palco della festa padana, mentre i cassanesi, i suoi concittadini, se ne vanno. Tornato come ogni estate nella sua Cassano, il Senatùr ha preannunciato l’altra sera, in vista delle prossime elezioni, «Un progetto che lascerà di stucco: ce l’ho in testa, ma non lo dico».

In attesa di conoscere quella che il fondatore della Lega Nord ha definito «una gradita sorpresa», però, la gente ha abbandonato alla spicciolata il tendone di via Primo Maggio, già semivuoto. Uno spettacolo che non s’era mai visto nella Betlemme del Carroccio, dove il presidente federale leghista, cassanese di nasciata, fa sempre tappa in occasione della kermesse di partito: ancora lo scorso anno, alla vigilia delle elezioni comunali, che avrebbero decretato la sconfitta della Lega, era stato trionfalmente accolto dal popolo padano nell’area feste cassanese.

Un’immagine che sembra lontana anni luce: giovedì sera la maggior parte dei presenti ha lasciato la festa ancor prima che Bossi terminasse il suo comizio, complice forse l’ora tarda, visto che erano ormai passate le 22.30 quando l’ex ministro ha preso la parola.

Eppure, Bossi ne è sicuro, «la Lega è ancora in pista: i giornalisti si aspettano che dica qualcosa contro , ma non dico nulla». È invece arrivato il momento di «ricominciare a correre», ha continuato il padre del movimento lumbard, precisando nuovamente di aver messo a punto «un progettino come si deve», sul quale, per il momento, mantiene «il silenzio stampa».

Dopo aver definito, in risposta ai giornalisti, «una pia illusione» quella del leader della Liga Veneta, , che non ha escluso la possibilità di proporsi come leader del centrodestra, il Senatùr ha scagliato i suoi strali contro l’ex governo Monti, che «ha portato il paese al disastro».

Nel mirino di Bossi è quindi finito «il ministro che vuole cancellare la Bossi-Fini, l’unica legge che ha permesso di resistere a un’immigrazione apocalittica e senza la quale arriverebbero 100 milioni di clandestini dal Nord Africa». Quanto alla proposta di concedere la cittadinanza ai figli degli immigrati, «è un interesse della sinistra, che cerca nuovi elettori per sostituire quelli che non la votano più».

Insieme a e , rispettivamente commissari delle province di Varese e Como, Bossi ha quindi attaccato l’abolizione delle province, bocciata dalla Corte costituzionale: «Eliminarle non diminuisce i costi e porterebbe al caos, perché chi farebbe le loro funzioni?».

Presente anche il senatore tradatese , che ha lanciato un monito ai leghisti: «Guai a dividerci».

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