Tormento pronto a tornare più soul che mai. Dopo “El micro de oro”, album realizzato col rapper Primo Brown, è impegnato tra live e studio di registrazione, pronto a una nuova sfida, e invita a supportare la musica italiana. Intanto il suo featuring per il brano di Dj Shablo, produttore italo-argentino, fa breccia nel cuore dei pubblicitari.
Dovremmo finire per ottobre e quindi dovrebbe essere pronto, al più tardi, per gennaio. Ma forse potrebbe arrivare per Natale.
Lavoriamo assieme da tempo. Lui è uno dei pochi producer che insiste a provarci con suoni ricercati. Ha scelto di fare un disco, difficilissimo da proporre in Italia, e mi ha chiesto di portare una sonorità soul.
È la voglia di scavarsi dentro. Ricercare la felicità è un bel messaggio controcorrente, visti i tempi che corrono e quanto emerge dalla cronaca e dalle serie tv. Io la vera felicità la vedo negli occhi di mio figlio e di chi vuole bene.
È bello che si siano innamorati del testo e che abbiano appoggiato un brano non commercialissimo. So che Sammontana ha sentito diversi pezzi e ha sposato il concetto di “La strada per la felicità”, quando si stava cercando uno sponsor.
La musica non ha il supporto dalla gente. In Italia, dove anche le star vendono poco, siamo scesi col disco d’oro a 15mila copie, mentre in Europa vale 10 volte di più. Sono tutti Paesi in cui internet e la possibilità di scaricare ci sono, ma dove si comprano anche i dischi e si supporta la musica indipendente. Il passaggio degli sponsor perciò è un po’ obbligato, e poi dà la possibilità di realizzare un video bello, come quello che abbiamo fatto, che ha dei costi davvero ingenti che probabilmente non tutti hanno chiari.
È stata una decisione forzata, per l’indifferenza generale di pubblico e addetti al settore. Avevamo lavorato 18 mesi, ma non c’è stato supporto per vendite e serate, che sempre avevano funzionato con noi. Credo che il pubblico mi abbia voluto far capire che è finita un’epoca. Forse il rap underground della vecchia scuola ha concluso il suo corso. Quelli della mia generazione pensano a Cracco e alla Parodi. Gli artisti che vendono oggi hanno un pubblico di giovanissimi di 11-12 anni. Chi ha 20 anni non compra musica e libri.
In tanti mi dicono di avere “El micro del oro”, poi dalle auto mi fanno sentire le playlist con il disco mio o di mio fratello Esa, hanno hard disk pieni di musica, parlano delle nostre rime, ma hanno scaricato illegalmente anche se si tratta di produzioni indipendenti. Io ho 7.000 cd e 5.000 vinili: è così che si supporta la musica.
Questa è la mia vita e dopo aver lavorato e studiato tanto non mi posso ritirare. O mi sfogavo con la musica o diventavo pazzo. Ho reagito con lo sport e l’impegno fisico del giardinaggio: sto mettendo a posto un bosco. Musicalmente, invece, mi è venuto fuori il soul. È un progetto serio e impegnato di “musica per tutti”, con un linguaggio semplice e profondo. Adesso sono a tre quarti del lavoro, al quale partecipano, oltre a Shablo, giovani producer.
Quello che lega tutto è l’affetto, da cui trarre la forza per andare avanti.
Penso che Rocco Hunt sia stata una bella scoperta. È intelligente, come i suoi testi, e mi piace come si pone di fronte alla realtà.
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