Dopo 13 anni torna l’incuboRapinata la madre di Eugenio

GALLARATE Italiani, sui 20 anni, armati di pistola e a volto scoperto: quando Anna Maria Schiavini venerdì verso le 13.30 ha visto entrare nella sua tabaccheria di Crenna i due banditi, ha reagito d’istinto e si è rifiutata di obbedire all’ordine. «Dacci i soldi» hanno ripetuto i rapinatori, ma lei niente. Lo stesso rifiuto che il figlio dell’anziana, Eugenio Milani, il 10 dicembre 1996 pagò con la vita.

Dopo 13 anni la signora Anna Maria ha rivissuto lo stesso incubo. Quel giorno di dicembre uno dei due malviventi non esitò a puntare la pistola contro il ragazzo appena 17enne e a sparare. Un colpo solo, mortale. Eugenio si accasciò di fianco alla madre, impietrita e terrorizzata. Anche questa volta i banditi hanno usato l’arma davanti alla freddezza della tabaccaia, per nulla disposta ad aprire la cassa. Non per sparare, ma per colpirla con il calcio alla testa. Un colpo secco, forte al punto da mandare in frantumi la "rivoltella". Una pistola giocattolo, usata nel solo modo possibile per fare male e per convincere la donna a desistere.
Solo a quel punto i due hanno arraffato l’arraffabile (200 euro in contanti e 20 pacchetti di sigarette) e sono scappati a piedi dileguandosi nelle viuzze della frazione gallaratese. Quasi certamente sono saliti su un’auto o su una moto parcheggiata poco distante.

E’ stata l’anziana a chiamare il 113 e a raccontare della rapina appena subita al centralinista. La ferita al capo non è grave: la prognosi è di dieci giorni. Ben più gravi, invece, le conseguenze a livello pscicologico.

e.romano

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