Gallaratese e Saronno, un «matrimonio sportivo» tra due club gloriosi per iscriversi al campionato di calcio di promozione. È una sorta di “contro-fusione”, a tre anni da quella che permise alla Gallaratese di tornare nella massima serie dei dilettanti, esperienza sfumata ingloriosamente dopo sole due stagioni.
«Due Società, vecchie glorie, con un giovane matrimonio di persone hanno lanciato il loro guanto di sfida».
Ad annunciare, e celebrare, il «matrimonio sportivo» è Giorgio Caravatti, storico patron e presidente uscente della Società Ginnastica Gallaratese e designato come presidente onorario del nuovo sodalizio che uscirà dalla “fusione” tra il club che ha sede allo stadio Maino e la neonata società Fbcs 1910, costituita da una cordata di imprenditori saronnesi capeggiata da Luciano Silighini Garagnani per far rinascere il calcio a Saronno a tre anni dalla cessione del titolo sportivo alla stessa Gallaratese.
Un matrimonio che sta bene ad entrambi gli interessati e che si è consumato con il perfezionamento dell’iscrizione al campionato. Perché da una parte la Gallaratese ha il titolo sportivo di promozione e lo stadio ma stava cercando nuovi appassionati per rafforzare la compagine societaria, dall’altra parte la cordata di imprenditori che voleva far rinascere il Saronno cercava un titolo sportivo di promozione (si era tentato un approccio anche con l’Uboldese) e non aveva uno stadio, dopo il rifiuto del sindaco Luciano Porro di concedere il “Colombo Gianetti”, in assenza di sufficienti garanzie per l’iscrizione del club al torneo di promozione.
Ecco perché Caravatti e Silighini hanno deciso di unire le forze, accomunati da «un concetto di calcio forse un poco demodè ma senza dubbio con tanti valori che troppo spesso oggi dai più vengono dimenticati e dalla comune strategia di puntare sui giovani e sulle scuole per i giovani», oltre ad una storia ultracentenaria, due stadi ricchi di storia e «le bande verticali delle maglie con il bianco, il blu per una, l’azzurro per l’altra». Così si è «composto un forte consiglio di almeno nove appassionati, accomunati dallo stesso spirito e dalla stessa passione, al quale ben presto si dovrebbero unire altri tre/quattro consiglieri che ancora non hanno sciolto le riserve».
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