VARESE – «Vi spiego perché gli accessori della mia carrozzina non sono uno sfizio». A parlare è , Engy per gli amici. Angela è disabile, lei si definisce disabile professionista. Il motore della sua carrozzina si è rotto e, al momento, sta utilizzando una carrozzina sostitutiva che nulla a che vedere con la sua “4×4”.
Si tratta di una carrozzina relativamente giovane, datale in comodato d’uso dall’Asl tre anni e mezzo fa.
«Una carrozzina ha una vita di circa otto/dieci anni – spiega – L’Asl ci fornisce il modello base il cui costo è equivalente a quello di una Panda».
Ma il modello base non permette a chi non è “bipede” di essere totalmente autonomo. «Il regolamento relativo al comodato d’uso non prevede la possibilità di apportare alcuna modifica alla carrozzina – continua Angela – Ma tutti noi la muniamo di optional che nulla hanno a che vedere con i cerchi in lega che si mettono su una utilitaria. Si tratta di accessori, nel mio caso di un “lift”, che mi permette di andare in bagno da sola; prendere l’ascensore, schiacciando i pulsanti in alto; cucinare, prendendo i cibi dal freezer e raggiungendo la credenza; pagare alla cassa di un bar e prendere un caffè al bancone; parlare in aula facendomi vedere in faccia e, perché no, addobbare l’albero di Natale».
Queste modifiche, ovviamente, hanno un costo: Angela, infatti, ha investito circa 2900 euro a favore della sua autonomia. Il nuovo motore della carrozzina costa circa 900 euro, ma il modello necessario per la sua carrozzina è fuori produzione e questo significa che è necessario cambiare entrambi i motori.
Inizialmente, l’Asl voleva fornirle un nuovo mezzo “di locomozione”, ma ciò significa che Angela dovrebbe reinvestire 2900 euro per un nuovo “lift”, realizzato su misura per la nuova carrozzina. «Per noi “non bipedi” non si tratta di capricci, ma di ausili che ci permettono di vivere una vita qualitativamente accettabile».«Ad esempio, io senza carrozzina non posso
andare al lavoro. Io cerco di farmi carico della manutenzione della mia carrozzina, quando gli interventi non superano i 300 euro. La gente tende a pensare che noi viviamo di assistenzialismo, ma non è così: abbiamo molte spese aggiuntive. Basti pensare che necessitiamo di un furgone perché su un’automobile normale la carrozzina non ci sta».
Quella fornitagli provvisoriamente dall’Asl non può diventare una soluzione definitiva. «Non è della mia misura: è come se avessi un paio di scarpe di due numeri più piccoli del mio piede. Provvisoriamente va bene, ma mi crea dolori che mi costringono a prendere antidolorifici. Inoltre, non sono autonoma: non posso andare in bagno da sola».
Ieri, l’Asl le ha comunicato che hanno rivisto la decisione iniziale è che quindi provvederanno alla riparazione del mezzo danneggiato. «Sono scoppiata a piangere al telefono di gioia».