Quanta magia c’era in quella Primavera «Nati per caso, arrivammo in paradiso»

Paolo Cozzi, l’ombra di Mangia nell’avventura di quei ragazzi che nel 2011 sfiorarono lo scudetto: «La partita perfetta? Quella semifinale con la Fiorentina: in 9 contro 11 e la macumba di Samba»

Paolo Cozzi è il lato oscuro (in senso buono) di Devis Mangia; è il poliziotto comprensivo, che sta sulle sue, ma che parla al momento opportuno. Prima di tutto, però, Paolo Cozzi è stato uno stopper del Varese, reggendo le sorti della difesa biancorossa nelle stagioni della rinascita tra Eccellenza e serie D. Poi, dal 2010 la sua sorte ha iniziato ad intrecciarsi al girovagare di mister Mangia, che in quei suoi due anni da calciatore in biancorosso era stato il suo allenatore. Nell’estate 2010 – dicevamo – Cozzi è diventato di vice-Mangia alla guida della neonata Primavera del Varese. La squadra che sarebbe arrivata terza al Viareggio e seconda nella finale scudetto, persa ai supplementari contro la Roma.Cozzi ricorda così quell’avventura. «Nessuno, nemmeno noi,

ci avrebbe scommesso un centesimo. Ci trovammo a Biandronno e ricordo che Mangia scherzava: Mi raccomando, ragazzi – diceva – vediamo di non andar in giro a far figure. Era il ritorno in B dopo venticinque anni, c’era solo da costruire e c’era da farlo in tempi rapidi. Scapini e Sogliano misero insieme un gruppo pieno di scommesse, sembrava un continuo work in progress. Poi, la squadra entrò in campo e successe qualcosa di magico». Cioè? «Avete presente quando tutto si incastra come fosse stato lì da tempo? Ecco: si innestò un circolo virtuoso di prestazioni, risultati, spirito e tutto divenne più semplice. In queste situazioni c’è dentro tutto – conclude Cozzi – competenza, fortuna e un nonsoché che aiuta a scrivere il senso della storia»