I partiti stanno affilando le loro armi, in vista delle comunali e regionali di fine maggio. Mi domando quali argomenti proporranno per la campagna elettorale, in quanto le “promesse” si sono rivelate solo proclami e niente fatti, tantomeno qualche “concretezza” a beneficio di tutti noi cittadini. La burocrazia è rimasta tale, i giovani non riescono ad agganciarsi al mondo del lavoro. Le aziende straniere, stanno lontane dal nostro paese come fosse un appestato; i nostri vecchi stipendi e pensioni,
da anni non aumentano di un centesimo, perdendo così oltre il 70% del potere d’acquisto. Le nostre piccole e medie imprese, traino dell’economia nazionale, chiudono i battenti, e le grandi aziende si spostano all’estero, per pagare meno tasse. Gli edifici pubblici sono diventati pericolosi e, appena ristrutturati o costruiti a nuovo, crollano seminando feriti e morti. Le grandi infrastrutture del nostro territorio esagerano i costi, e fanno la “cresta” anche del 1000%, causa il sistema di corruzione tipicamente italiano. Gli sbarchi di profughi, finti profughi, clandestini e magari anche terroristi, sono aumentati in modo esponenziale. A migliaia sbarcano sulle nostre coste. Alla luce di questo nulla, perché il cittadino dovrebbe farsi ancora del “male” recandosi a votare?
Roberto Mangoni
Rifiutandosi di votare, il nulla non si riempirà. Votando, magari qualcosa ci finirà dentro. Non per essere speranzisti a oltranza, però vale ricordare un aforisma africano che sarebbe da italianizzare (europeizzare): non esiste una pianta grassa irta di spine che non lasci spazio anche per un piccolo bocciolo di fiore. Una parabola semplice, però (forse) utile in tempi complicati.
Max Lodi