Le porte del tribunale possono restare chiuse

«Quando questa martoriata squadra riuscirà ad avere una base solida?» Il commento di Fabio Gandini dopo la vittoria di Varese contro gli svedesi

Le porte del tribunale possono restare chiuse: Varese esce dalla udienza preliminare del dentro-fuori contro i Sodertalje Kings con un’assoluzione che le vale il passaggio del turno nella coppa targata Fiba. Bene così: il senso della partecipazione è salvo, l’orgoglio pure e il settantesimo anniversario della società verrà vissuto con i piedi ancora ben saldi in quell’Europa in cui la storia biancorossa più fulgida è stata scritta. Nessun processo dunque, ma continuando a giocare con il gergo giuridico si potrebbe dire che è la sola qualificazione a valere il non luogo a procedere, perché il campo – per un’altra sera – ha mostrato una certa dose di colpevolezza da parte di Cavaliero e compagni. Usciamo dalle metafore: il tutto per tutto contro gli svedesi non è stato giocato granché bene da parte degli uomini di Moretti. Troppi individualismi, troppe pause in difesa, troppo labile – a tratti – la concentrazione

invece necessaria a stritolare gli avversari e a non trascinare le partite oltre il consentito dal rango dei contendenti stessi. Varese è stata bella in Davies, sonnolenta ma alla fine decisiva in Ukic, un coro solista in Wayns e Galloway: tanti singoli che alla fine hanno fatto una somma, ma che non lasciano ancora tranquilli per i calcoli che si faranno in futuro. A proposito di futuro: ora che il sentiero europeo prosegue, quale sarà la tanto agognata risposta di Ukic? In conferenza stampa coach Moretti si è dimostrato pessimista: «Stiamo ragionando come se non dovesse rimanere…». Quando questa martoriata squadra riuscirà ad avere una base solida? A quando le certezze? A quando la possibilità per lo stesso Moretti di lavorare con un gruppo che non cambia una settimana sì e l’altra pure? Per fare le somme giuste servirebbe un po’ di tranquillità: gli errori di calcolo sono sempre dietro l’angolo.