Sembra poter arrivare per primo sulla palla che Fall insegue, ma perde un passo e viene così anticipato. Tutto programmato per parare il rigore e regalare al Franco Ossola un’ulteriore emozione? Chissà…
In un primo tempo di voglia e coraggio si propone spesso in spinta. Nella ripresa qualche errore gli toglie un pizzico di fiducia.
Qualche passaggio a vuoto di troppo per uno che in questa e nelle prossime categorie dovrebbe guardare tutti da dieci gradini sopra.
Al pari di Luoni, pecca un po’ troppo in concentrazione. Sulla prima, lo salva Bordin parando il rigore; sulla seconda, lo grazia Fall.
In difesa dà sempre tutto. Corre, lotta, chiude, aiuta i compagni. Non è un caso che sull’azione del possibile 2-2 sia lui a mettere il cappello sul salvataggio.
Sul pressing e il lavoro da diga non c’è mai nulla da dire: ringhia su chiunque per tutta la gara. Per diventare un punto fermo del futuro biancorosso deve crescere in costruzione e inserimento: le qualità ci sono tutte.
Gli bastano 3’ per spedire in porta Marrazzo. Poi viene cercato poco e la fluidità della manovra ne risente.
Melosi lo prova da interno di centrocampo e, dopo una prova non brillante, lo difende assumendosi la “colpa” dell’esperimento. Ma riprovare non sarebbe un errore.
Nel tridente è lui ad andare più spesso ad occupare lo spazio tra le linee. Si sbatte, sempre, riesce in qualche giocata (tra cui l’assist per il 2-0 di Giovio) ma l’impressione e le attese dicono che possa fare di più.
Gioca col sorriso e il piacere di vestire una maglia che ama. Ancora una volta toglie le castagne dal fuoco: quando conta sai a che porta bussare.
La pagella del bomber la fanno direttamente i tifosi consegnandogli la fascia tricolore: sindaco del gol.
Un po’ di meritato riposo. E quando entra trova comunque il modo di farsi apprezzare.
Solo in una squadra di qualità assoluta come il Varese due così partono dalla panchina.