Sono per lo più i varesini benestanti coloro che scelgono di acquistare merce usata all’interno dei 35 punti vendita, sparsi in tutta la provincia, di oggettistica e capi d’abbigliamento usati. A dirlo sono coloro che stanno in prima linea, i titolari dei mercatini dell’usato della nostra città.
Dall’abbigliamento usato per bambini a quello per sportivi e ciclisti. Dal recupero e assemblaggio di materiale usato per creazioni artistiche ai veri e propri centri dell’usato, quasi moderni rigattieri, raccolgono e vendono di tutto: vestiti, dischi in vinile, libri, mobili, elettrodomestici. E, in tempi di crisi, significano anche risparmio.
I punti vendita dell’usato in provincia di Varese sono aumentati del 9,4% tra 2012 e 2013, con un peso del 6,8% sul totale nazionale del settore. Il settore che va per la maggiore è quello dei vestiti usati (9% del totale dell’usato), seguito da quello del mobile antico e degli oggetti di antiquariato (6,6%). Questo è quanto emerge da un’indagine della Camera di commercio di Milano su dati del registro delle imprese al primo trimestre 2013 e 2012.
Ma non è tutto oro quel che luccica, almeno per , da 18 anni titolare dell’Anticaglia, il negozio di oggettistica e abbigliamento usati in piazza Ragazzi del ’99. «Il fatturato dallo scorso ottobre a oggi – spiega – è calato circa del 50%. Al momento, l’articolo più venduto è l’accessorio o il capo d’abbigliamento. Speriamo in una ripresa a settembre».
Chi oggi decide di recarsi in un negozio dell’usato, di solito, lo fa per scelta e non per necessità. «Qui viene chi cerca pezzi originali e particolari – continua – Si possono trovare vestiti di Missoni mai indossati che costano poche decine di euro, pantaloni di Burberry nuovi, borse vintage firmate».
Ed è proprio per questo che, secondo la titolare del mercatino storico di Varese, la clientela è per lo più di medio – alto livello. «Gli stranieri non comprendono il valore della merce esposta. I varesini, che hanno una certa cultura in merito, invece sì e quindi vengono qui in cerca dell’affare».
© riproduzione riservata