Quanti sono, da dove vengono, dove vanno e cosa chiedono i turisti che approcciano la Città Giardino e i suoi dintorni nell’estate 2015?
Dati e spiegazioni ricavabili allorivelano sorprese: prima ancora che ai siti Unesco della provincia (Sacro Monte, Isolino Virginia, Monte San Giorgio e l’area archeologica di Castelseprio-Torba), l’interesse dei forestieri è rivolto al verde, alla pratica sportiva, al cibo e allo shopping in generale. Expo? Chi passa da Varese non se lo fila più di tanto.
Partiamo dalle presenze. Il dato si riferisce solamente agli accessi effettivi all’ufficio di Informazione e accoglienza turistica posto nel cuore cittadino, aperto 7 ore su 24 da lunedì a giovedì e 11 ore e mezza il venerdì e nel weekend.
Nel mese di luglio sono state 2.356 le persone giunte per chiedere informazioni, con i picchi di 154 utenti unici nella giornata di venerdì 31 e di 120 domenica 26. La cifra comprende sia italiani che stranieri, i quali – però – da un’analisi giornaliera risultano spesso in maggioranza: 100 su 154 venerdì 31 luglio, 73 su 103 lunedì 13, 67 su 93 giovedì 16.
E la provenienza? A farla da padroni sono mitteleuropei, belgi, olandesi e tedeschi, ma sono state registrati anche arrivi inglesi e australiani. Il mese di agosto sembra un richiamo soprattutto per i “cugini” d’Oltralpe: in questi primi cinque giorni i francesi che hanno bussato alla porta sono l’80% del totale.
Prima sorpresa: il turista “varesino”, nella maggior parte dei casi, sa già dove passare la notte. Solo il 30% degli accessi, infatti, si dimostra bisognoso di consigli, indicazioni (o eventualmente prenotazioni) su alberghi e alloggi in generale. Chi lo è – ma anche chi è già sistemato – predilige di gran lunga i campeggi (in particolare quelli sul lago Maggiore); coloro che scelgono di fermarsi a Varese città, invece, puntano prima ai bed & breakfast (26 in tutto) e solo dopo agli alberghi (19 nel nostro Comune).
Interessante – ancorché complesso – è lo “studio” delle altre richieste. Una buona parte di chi adisce lo Iat chiede cosa ci sia di interessante da visitare in centro e negli immediati dintorni.«A quel punto noi li indirizziamo ai Giardini Estensi, alla basilica di San Vittore, alla Sala Veratti, e li informiamo sui musei principali della città, su Villa Panza e il Castello di Masnago – spiega la referente
– Poi c’è, ovviamente, il Sacro Monte, su cui puntiamo molto: cerchiamo di convincere i turisti a prendere la funicolare e a utilizzare gli autobus urbani, sfruttando il biglietto unico». Torba, San Giorgio e Isolino Virginia (in attesa di riapertura) stuzzicano la fantasia soprattutto degli italiani, che peraltro già li conoscono: «E fanno parte di un turismo “diverso” rispetto a quello attuale, più concentrato nel mese di giugno».
Dall’estero cercano ben altro: passeggiate nel verde – la brochure più gettonata è la carta di tutti i sentieri della provincia – informazioni sulla balneabilità dei laghi e shopping, culinario e non. L’Italia è la patria del vino? Lo straniero lo vuole trovare anche a Varese e viene messo sulla “Strada dei Vini”, che raggruppa i tre principali produttori del Varesotto. Segue a ruota il desiderio di acquistare un prodotto tipico mangereccio, di visitare mercati e mercatini e di partecipare a sagre.
L’Expo milanese, invece, non è al centro dell’attenzione: sono soprattutto i varesini a raggiungere lo Iat per avere delucidazioni su mezzi di trasporto, biglietti (che l’ufficio non vende) e agevolazioni riguardanti l’evento. E questo, se lo si considera in prospettiva, è tutto sommato consolante: il nostro turismo ha le potenzialità per non vivere di luce riflessa.