La bella sanità fa crescere la vita. E dà la felicità

Egregio direttore,ho letto con interesse e partecipazione, giovedì 19 febbraio, l’articolo a firma Valeria Deste dal titolo “Daniel, il piccolo principe di Federica. In cura ma felice. E ora sogna il mare”, che descriveva la difficile situazione che devono affrontare il piccolo Daniel, un bimbo di quattro anni, e sua mamma Federica.Se possibile, vorrei fare alcune precisazioni, senza alcuna nota polemica. Purtroppo Daniel Tiger, come mi piace chiamarlo, per ora, non è ancora felice, e lo so con certezza perché sono suo padre. Sono vicino a lui, insieme alla mamma, quasi tutti i giorni, per accompagnarlo in ospedale, riportarlo a casa, e stargli vicino. È senz’altro vero che Federica è impegnata più assiduamente nell’assistenza di Daniel, e nostro figlio è fortunato ad avere una mamma così tosta. È senz’altro vero che Daniel Tiger ha un caratteraccio e non ha alcun timore di maltrattare dottori, infermieri, inservienti e volontari, siano essi gli operatori del quinto piano del Day Hospital, oppure quelli del quarto piano della degenza pediatrica ai quali, tutti, occorre riconoscere una grande pazienza, umanità e professionalità, nella gestione di un paziente così pestifero, ma innegabilmente così simpatico.È senz’altro vero che affronta quotidianamente con coraggio, le sveglie al mattino presto per andare in ospedale, i viaggi in macchina, ancora addormentato, avvolto nella sua coperta

verde con le coccinelle, il suo cuscino a forma di fragola, il suo orso/cagnolino e qualche borsa colma di giocattoli, per lui inseparabili.È senz’altro vero che, accanto a lui è possibile assorbire tutti i giorni, una dose di ottimismo e speranza, anche in una situazione così drammatica, per la sua inesauribile voglia di giocare e provocare, anche quando non si regge in piedi per le cure, o per il prolungarsi della degenza.E anche quando rompe così tanto, che ti viene voglia di dimenticare il suo stato di salute, ci accorgiamo che siamo noi ad avere bisogno di Daniel, e non il contrario. Come lui, sicuramente tanti altri bambini e le loro famiglie affrontano situazioni simili. Però Daniel non è ancora felice, perché sua mamma, qualche mese fa, a causa di incomprensioni con il papà, ha deciso di cambiare casa, e lui improvvisamente ha dovuto affrontare anche questo stravolgimento della sua vita.Daniel Tiger però non si arrende, e chiede instancabilmente tutti i giorni, quando la mamma tornerà a vivere con il papà, e tutti i giorni, di ritorno dall’ospedale, si riserva il diritto di decidere se andare a dormire dalla mamma o dal papà, e riesce così a non scontentare nessuno di chi gli vuol bene.Chissà quando Daniel sarà veramente felice. Grazie Daniel Tiger.