«Chi ama il Varese, viene allo stadio anche se è in Eccellenza, anche se ha già vinto il campionato: i colori biancorossi non hanno un colore politico. Il Varese è la massima espressione per farci conoscere, come città. Ritorneremo dove più ci compete. Solo per la maglia, solo per chi crede nella rinascita». Parole semplici, emozioni in circolo, un moto d’orgoglio di Ezio Macchi,. Non si è perso una
partita Ezio, in casa ed in trasferta, in barba a quelli che gli dicevano che in Eccellenza sarebbe scomparso come tanti altri. Ovviamente, anche oggi sarà al Chinetti con la sua macchina fotografica, per la sfida all’Union Villa Cassano (14.30) che potrebbe valere il +21 in classifica sul Legnano e il sogno di festeggiare la promozione già tra 7 giorni al Franco Ossola con l’Arconatese (lo spieghiamo a lato).
Questa sua frase d’amore, Ezio ce la spiega così: «Siccome io noto molte cose, mi sono accorto che alcuni hanno smesso di venire allo stadio per questioni politiche, perché la dirigenza sta da una parte e loro dall’altra. Attenzione: qui si parla di calcio e non di politica, il Varese è l’emblema di una città a prescindere dalle simpatie politiche dei dirigenti».
È un grido d’orgoglio, un senso di appartenenza, che Ezio nei giorni scorsi ha espresso anche su Facebook, con un’immagine ed una frase emblematiche: «Questa persona tifa Varese Calcio e ne va fiero». Poche parole, in cui è riassunto lo spirito di una tifoseria che sta risalendo dalle macerie a colpi di vittorie, di entusiasmo, di esodi in trasferta e di gioie senza fine: «Questo Varese è cinque spanne sopra tutti, quest’anno si vince e basta, speriamo che sia così anche l’anno prossimo. Mi sono visto tutte le partite, anche in trasferta, senza saltarne una. In fin dei conti, il viaggio più lungo è stato di 60 chilometri quindi non è stato nemmeno difficile. Stiamo tornando ad essere tanti tifosi, dopo il terremoto della stagione scorsa in molti erano arrivati quasi a detestare il Varese. Quel fallimento ha allontanato tante persone, però ci tengo a dire una cosa…». Prego: «C’è stata disaffezione perché in fin dei conti quando si perde restano solo i migliori, quelli che amano il Varese a prescindere e che ne sono orgogliosi anche nei momenti più bui, come la fine della stagione scorsa».
I tifosi stanno alimentando un sogno che è comune anche alla dirigenza, ossia quello del ritorno in Serie B. Anzi, più che un sogno appare una convinzione: «Sì, torneremo in Serie B. E ci credo ancora di più quando sento e leggo le parole dei nostri dirigenti. Abbiamo un presidente che è il primo cuore biancorosso, segue molto i social network e interagisce anche con noi tifosi. Questa è una dirigenza che comunica e condivide le proprie emozioni con noi, ci fa credere che prima o poi ci torneremo veramente in Serie B».
Con la sua macchina fotografica, da bordo campo, Ezio ha immortalato i momenti più belli della stagione. Uno in particolare domina su tutti: «La corsa di Marrazzo verso gli ultrà nella partita d’esordio contro il Verbano. Perché è l’emblema di questa rinascita. Nessuno di noi quel giorno sapeva precisamente cosa aspettarsi, ricordo benissimo la tensione sul volto di Melosi prima del match. Da quel giorno in poi ho capito che avremmo dominato, e Marrazzo che corre verso quel muro di tifosi è l’immagine della stagione».