Kuksiks come Komazec e Galanda

La pioggia di triple che ha lanciato Varese nella vittoria salvezza di Torino è già entrata nella storia. Il 7 su 8 del lettone ricorda le imprese dell’immenso Arijan, e l’impresa dei Roosters al PalaVerde

In una partita di pallacanestro tirare con una percentuale da tre punti superiore al 50% è avvenimento piuttosto raro. È un po’ come scovare un quadrifoglio nel prato di casa, oppure come vedere una stella cometa nel cielo chiazzato di nuvole, oppure ancora come rinvenire in un pacchetto di figurine Panini l’immagine dei portieri William Vecchi e Pierluigi Pizzaballa, “figu” passate alla storia come

introvabili e dunque leggendarie. Il 64,7% con cui domenica la Openjobmetis ha schiantato Torino nello spareggio salvezza del Pala Ruffini appare evento statistico degno di nota già a un’analisi superficiale: in questa stagione, per esempio, prima della “grandinata” sulla Manital la migliore prestazione da oltre l’arco è stata quella offerta contro Sassari alla 4°giornata di ritorno, nella quale Wayns e compagni totalizzarono il 57,9% (11/19).

Per rendere l’idea dell’unicità di quello che è andato in scena sotto la Mole, però, bisogna scavare nella storia della società di piazza Monte Grappa, prendendo come parametro non il 50%, ma il 60%: dal 1987/1988 – anno agonistico a partire dal quale sono disponibili le statistiche della Legabasket – Varese ha tirato da tre con una percentuale pari o maggiore a questa soglia solo 16 volte su 949 partite di campionato. Se si ragiona sulle statistiche dal 2009, invece, ovvero l’anno in cui è avvenuto lo spostamento della linea da tre punti dai 6.25 metri agli attuali 6.75, le gare con il fuoco sacro nelle mani sono state sole 3, in ben 7 campionati disputati. È curioso andare indietro nel tempo alla ricerca di queste gemme. L’anno scorso ci riuscì la squadra di Attilio Caja nella penultima gara stagionale a Pistoia, contro l’allora formazione di Paolo Moretti alla disperata ricerca di un pass per i playoff: Varese tirò con il 60% spaccato, favorita dal 7/10 di uno scatenato Eric Maynor (32 punti). A perforare la retina avversaria con voracità furono una volta anche gli Indimenticabili di Vitucci: 11/17 (anche in questo caso 64.7%) a Cremona nella terz’ultima partita del campionato 2012/2013, con i percorsi netti di Banks (28 punti) e Sakota. Un anno prima il “miracolo” riuscì ai Recalcati boys, che collezionarono il 63% (17/27) alla seconda giornata contro Montegranaro (Justin Hurtt, il migliore, “sparò” un 5/7).

A questo punto bisogna fare un salto indietro di addirittura 7 lunghi anni per ritrovare un 60%. Andiamo alla stagione 2003/2004: in panchina c’è Dodo Rusconi (ancora per poco), Varese va a Udine e la espugna con un 11/16 (68,8%), grazie anche al 3/3 di Daniel Farabello. Altro salto consistente: stagione 1998/1999, non una qualunque. Gli “stellati” di Carlo Recalcati vengono universalmente ricordati come delle macchine da spettacolo e canestri e forse non è un caso che abbiano fatto registrare ben due prestazioni “monstre” al tiro oltre l’arco. La prima a Rimini nell’11a di andata: è il tris Andrea Meneghin-Cecco Vescovi-Veljko Mrsic (3/4 tutti e tre) a gonfiare le percentuali. La seconda rimane una delle partite più indimenticabili della leggenda biancorossa: gara 2 di finale a Treviso. Chi rimembra Pozzecco che la infila da 9 metri con la mano di Bonora in faccia? Chi ha ancora dentro l’anima un Jack Galanda capace di zittire uno

stracolmo Palaverde a ogni “polso spezzato”? Contro i “verdi” il Poz fa 5/6, Varese il 61,5% (8/13) e lo scudetto si mette decisamente sulla strada della Lombardia. Le partite da 60% e oltre sono più frequenti (per modo di dire…) dalla Stella in giù. Per esempio c’è anche chi fu capace di fare meglio dei Roosters: la Cagiva del 1995/1996. Tre le gare da bombardamento: Siena alla 1° di ritorno (16/26, 61,5%, Bill Edwards 6/8), Treviso (16/23, 69,6%, 4/4 di Daniele Biganzoli e Eric Anderson) e Fortitudo Bologna (12/20, 60%, ancora Anderson, 3/4, il migliore) nella fase a orologio. È dell’anno prima, tuttavia, la miglior prestazione collettiva di sempre da tre di una compagine targata Varese: il 4 dicembre 1995, al Palawhirlpool, la Cagiva di Rusconi sotterra 118-81 Reggio Emilia, tirando con 13/15 dai 6.25. Ed è un 86,7%: a distinguersi c’è sua maestà Arijan Komazec, con 7/8 e 44 punti tondi tondi ricamati sugli avversari.

Andando ancora più indietro, “sotto tiro” ci finiscono anche Verona (sempre nel 1995), Firenze e ancora Verona (1992/1993), Trieste (1990/1991), Reggio Calabria (1989/1990) e Livorno (1988/1999). Domanda: ma quando Varese ha tirato oltre il 60% ha sempre vinto? Per la verità no: perse il 22 dicembre del 2000 a Reggio (6/10, 60%), e nelle già citate Treviso 1996 e Livorno 1988. A regola, però, quando si bombarda così per gli avversari non c’è scampo. Il grande protagonista di Torino è stato il lettone Rihards Kuksiks, con il suo salvifico 7/8. Come ha puntualmente sottolineato la Legabasket ieri, solo due giocatori (dati dal 1987/88) hanno segnato più punti in una singola gara senza canestri da 2 o dalla lunetta: Andrea Niccolai (2001/02, Biella contro Pesaro: 24 punti) e Philip Jones (2005/06, Cantù vs Udine: 24 punti). Come Kuksiks, a quota 21, Frank Williams (Scafati 2007/08) e il suo attuale compagno Daniele Cavaliero (Avellino 2013/14). E nell’intera storia della Pallacanestro Varese solo Daniel Farabello (6/6 nel 2004/05 contro Napoli) e Aleksandar Capin (stessa percentuale nel 2006/07 contro Scafati) hanno fatto meglio da tre punti dell’eroe di domenica scorsa