Varese-Milano, la grande sfida di domenica sera al PalaWhirlpool (con diretta tv su RaiSport 1 alle 20.30), rappresenta per la Openjobmetis di Gianmarco Pozzecco l’occasione migliore per rispolverare quella carica, quella voglia e quell’entusiasmo pazzeschi visti nell’altro derby di questo inizio stagione, quello della prima giornata, contro Cantù, nel giorno dell’esordio ufficiale del Poz sulla panchina biancorossa.
Un grande personaggio come Sandro Gamba, il coach per eccellenza, indissolubilmente legato alla storia di entrambi i club, anticipa per noi temi, scenari e sfumature anche psicologiche di una partita che promette, senza ombra di dubbio, grande spettacolo.

L’ex stella dell’Nba, Michael Jordan, posa per i fotografi con Sandro Gamba durante il Jordan Classic Camp, dove i migliori atleti del basket Under 16 si sfidano davanti alla presenza del sei volte campione con i Chacago Bulls
(Foto by ANSA)
Io mi aspetto che Varese metta in questa sfida tutta la sua voglia di rivincita, viste le recenti sconfitte. Dopo le prime due giornate, la squadra di Pozzecco era già stata definita la grande sorpresa di questo campionato.
E qualcuno si è affrettato a tirar fuori la parola crisi, valutazione a mio parere esagerata e fuori da qualunque binario logico. Questo derby sarà, semplicemente, il derby della riscossa, quello in cui i biancorossi dovranno cercare di tornare protagonisti.
Sì. Varese dovrà cercare di vincere non solo per avere la meglio su una rivale storica e così prestigiosa, ma anche per non deludere le speranze di tutti i suoi tifosi. Che non pensano allo scudetto, ma pretendono una stagione degna della grande tradizione del club biancorosso.
È la solita Armani di inizio stagione, che fatica ad ingranare. Attenzione, però, perché l’altro derby, quello con Cantù, che l’Olimpia si è aggiudicata nettamente domenica sera, ha mostrato da parte di Milano, soprattutto nella seconda metà, ottimo attacco e grande difesa. Questa, del resto, è una fase in cui più o meno tutte le squadre vanno incontro a netti miglioramenti.
Questo è sicuro. Il fattore-pubblico a Varese conta tantissimo: la gente di Masnago raramente fischia la propria squadra, ed è sempre capace di infonderle grande spinta. Io credo davvero che la Openjobmetis possa tirar fuori in questo derby la miglior prestazione di questo inizio di stagione. E Milano deve stare attenta a non partire fiacca come ha fatto con Cantù: prevedo un match molto equilibrato.
I biancorossi ci hanno invece abituati, nelle ultime uscite, a partenze fulminanti, a cui hanno fatto però seguito crolli pressoché inspiegabili.
Io ritengo che in campo ci vogliano giocatori che abbiamo un “cervello cestistico”, gente che sappia cioè condurre le partite con i ritmi giusti, dosando a dovere le energie anche quando il gioco gira a proprio favore. Io a Varese un giocatore così l’ho avuto eccome…
Ad Aldo Ossola, ovviamente. In generale, questo è un compito che spetta agli esterni, ai playmaker innanzitutto, e poi alle guardie. E l’allenatore deve fare il suo, gestendo sostituzioni e time out nel modo migliore.
E Varese qualche errore di gestione nelle ultime, sfortunate partite lo ha fatto.
Ci deve essere un leader in campo, non solo in panchina: e il suo compito deve essere anche quello di prendere decisioni di questo tipo
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Sì, Kristjan ha tutte le caratteristiche per essere un elemento di questo tipo. Ed è un vero peccato che stia vivendo questo momento complicato, dal punto di vista fisico. Mi dispiace davvero.

L’ex giocatore Giuseppe Brumatti (S) premiato da Sandro Gamba in occasione degli Italian Basket Hall of Fame, in una immagine del 29 giygno 2010.
(Foto by ANSA)
Pozzecco ha il bernoccolo dell’allenare. Io credo che il salto da Capo d’Orlando a Varese sia impegnativo, e che si debba quindi avere pazienza. Però finora la squadra ha saputo, a tratti, esprimere un buon gioco. L’esperienza, poi, la si accumula di partita in partita. Trovo però che siano fondamentali due cose.
La prima è la componente psicologica. Pozzecco deve a mio parere imparare a essere più quieto in panchina, perché questo è essenziale per poter affrontare ogni match con la giusta lucidità, anche nella gestione dei cambi e delle interruzioni.
Certo, me ne sono reso conto io stesso, sulla mia pelle, durante la mia carriera. Quando ero nervoso, questa mia agitazione finiva inevitabilmente per trasferirsi ai giocatori. E poi c’è il secondo aspetto, sul quale credo sia giusto soffermarsi…
Non bisogna mai smettere di studiare il basket. Io stesso lo faccio ancora oggi, alla mia età, e ho ormai raggiunto gli 82 anni. Perché nella vita non si finisce mai di imparare, e il nostro in particolare è uno sport in continua evoluzione. Ogni anno, ogni stagione, c’è sempre qualcosa di nuovo da scoprire: nel pressing, nella difesa, nell’attacco. In tutto.
Io dico che sarà una partita molto chiusa, ma ritengo che Milano abbia ovviamente buone chance. Di nomi ne faccio tre.
Joe Ragland, a cui ho visto fare di recente grandi cose. Alessandro Gentile, che è in un periodo di forma davvero ottimale. E David Moss, che è un vero e proprio maestro della difesa.
Sono davvero curioso anche io di scoprire che potenzialità abbia.