Auguri, Olimpia Milano. Senza di te non è lo stesso

Il direttore per un giorno Ivan Basso commenta gli ottant’anni della società milanese

Gemelli diversi. La metropoli contro la provincia, la pianura dove l’unica salita rinvenibile è la “Montagnetta di San Siro” (e non si può contare il Mottarone sullo sfondo) contro le salite vere, la città “da bere” contro quella “giardino”, la movida contro la tranquillità, il Duomo contro il lago. Si potrebbe andare avanti per righe e righe a declinare le diversità tra Milano e Varese, realtà che effettivamente non potrebbero essere meno assimilabili pur nella loro vicinanza geografica. Girare in tondo, però, non servirebbe a trovare l’unico punto in comune: la storia della pallacanestro.Il 2015 ha festeggiato i 70 anni della Pallacanestro Varese, il 2016 – precisamente domenica prossima 6 marzo – celebrerà gli 80 anni dell’Olimpia Milano. Due totem della palla al cesto italica, espressione nei lustri di squadre che hanno dominato in lungo e in largo non solo tra i confini nazionali, ma anche in Europa e nel mondo, conquistano a pochi mesi di distanza due traguardi invidiabili, capaci di aggiungere una patina d’oro a due epopee già splendenti. Milano e Varese, in nemmeno 70 chilometri di distanza l’una dall’altra, sono riusciti a racchiudere 36 scudetti, 9 coppe Italia, 8 Coppe dei Campioni (a noi piace ancora chiamarle così),

7 altre coppe europee, 4 coppe intercontinentali e una messe di ulteriori trofei. E se si pensa che, poco lontano, “il Creatore” cestistico ha voluto dare spazio anche a Cantù con i suoi 17 ulteriori trofei ecco allora che si arriva a capire come queste due (tre) leggende, così diverse e così uguali, non siano nate vicine solo per un caso.Perché nello sport diventi grande solo quando hai un grande avversario davanti a te, pronto a farti sportivamente la pelle. E le tue vittorie luccicano di più solo se le hai contese a chi davvero ha il tuo stesso rango, la tua stessa voglia, la tua medesima passione. Io avevo Evans dietro di me quando alzai le braccia sullo Zoncolan: senza di lui quel successo non sarebbe stato così leggendario.Se non ci fosse stato un Art Kenney non ci sarebbe stato un Dino Meneghin, senza un Rubini non ci sarebbe stato un Nikolic, se non ci fosse stata una Simmenthal non ci sarebbe stata una Ignis: senza Milano la stella di Varese non risplenderebbe così alta nel cielo. Quindi tanti auguri, cara, odiatissima ma indispensabile Olimpia: senza di te, sotto quei canestri, l’eco della battaglia non sarebbe mai risuonato così potente.