– È stata un’esplosione di gioia capace di far sorridere, di catturare gli occhi e di contagiare l’anima. Nessuno del migliaio abbondante di spettatori che mercoledì sera ha pagato il biglietto contro Gaziantep, credendo in una qualificazione tutt’altro che scontata, si è perso l’esultanza di Paolo Moretti alla sirena finale: mentre l’ultimo e disperato tiro dei turchi si spegneva in un volo anonimo, Varese e la sua gente hanno respirato con il loro coach. Ed è stato un respiro profondo, lungo, salutare. Il secondo della stagione dopo quello, quasi vitale, di Torino.
La Openjobmetis è nei quarti di finale di Fiba Europe Cup, nei quali affronterà i belgi dell’Anversa. Vale la pena tornare sull’argomento, riassaporando l’immagine più bella della serata con chi ne è stato protagonista: «E’ stata una reazione intima – ci racconta l’allenatore biancorosso – non condizionata dall’esterno. E ha trovato le basi nella squalifica di Faye, episodio che mi ha dato fastidio e dispiacere insieme, perché potenzialmente in grado di destabilizzare la squadra. Ecco: il modo con cui i miei giocatori sono scesi in campo, la prestazione che hanno messo in mostra, l’atteggiamento di grande responsabilità che hanno avuto sono stati da me percepiti come segnali di grande importanza. Potevano non bastare per ottenere la vittoria, ma alla fine è arrivata anch’essa. È per questo che ho esultato così: in un momento davvero delicato questa risposta mi ha reso orgoglioso». Raggiungiamo telefonicamente il coach in quello che avrebbe dovuto essere un giorno di riposo. Il condizionale è d’obbligo e viene presto sconfessato dalla realtà: l’area tecnica e la società hanno speso le 24 ore di ieri per cercare di capire come sostituire il senegalese sospeso martedì. «Proveremo a prendere uno straniero che ci dia una mano per la coppa. Siamo a un passo da un obbiettivo molto importante e vale la pena fare di tutto per raggiungerlo. In campionato, invece, resteremo così».
Torniamo all’Europa, considerata per lungo tempo quasi un fastidio: «Sono ancora convinto che, se non avessimo dovuto partecipare a questa manifestazione, in campionato avremmo almeno 4 punti in più. Per le scelte sbagliate sul mercato, per le difficoltà incontrare a livello di infortuni e per tutto quello che è successo avere meno tempo per migliorare ha inciso sul nostro percorso in Italia, anche se i playoff sarebbero stati comunque difficili da raggiungere. In tutto questo la Fiba Europe Cup ci è entrata dentro a poco a poco: ho sempre detto ai miei di considerarla un’opportunità sia a livello individuale che collettivo e li ho visti davvero contenti del risultato raggiunto. Sanno di essere vicini alle Final Four, evento che per i giocatori americani – poi – è quasi un’istituzione. Ora nessuno di noi vuole smettere sul più bello».