Il “manifesto” del prevosto, , in vista delle prossime elezioni amministrative: «I gruppi e i partiti vadano innanzitutto d’accordo al proprio interno. E propongano dei progetti precisi». Dal Tempio Civico, dove ieri mattina ha detto Messa per la celebrazione (anticipata) del 4 novembre, festa dell’unità nazionale e delle forze armate, don Severino (dopo un doveroso omaggio alle forze armate presenti, «simbolo di coloro che lavorano per la pace, il benessere civile e la bellezza della vita comune») non rinuncia all’occasione di parlare anche di «unità cittadina». E il pensiero va immediatamente alle elezioni della prossima primavera.
Monsignor Pagani usa il verbo del dotto teologo che gli è proprio (è stato anche Rettore del liceo e del biennio Teologico in Seminario di Venegono) ma dice quello che pensa anche la “casalinga di Borsano”, in un periodo di grande confusione, caratterizzato dalle molte e spesso laceranti divisioni interne di tutti i soggetti che si apprestano a preparare la campagna elettorale (i partiti maggiori, dal Pd alla Lega Nord, da Forza Italia a Ncd, non ne sono immuni, come dimostrano le cronache e i “retroscena” delle ultime settimane): in città c’è voglia di chiarezza rispetto alle proposte che arriveranno agli elettori in primavera. «La nostra coscienza civile ci induce a riconoscere l’unità nazionale e l’unità cittadina – afferma Monsignore nell’omelia della Messa per il 4 novembre, parlando da quel Tempio Civico che è il luogo dove la comunità religiosa e quella civile si incrociano – l’obiettivo deve essere di portare più in alto possibile, con fiducia e riconoscenza, la libertà democratica e la creatività politica, nel nome della carità». È una libertà, sottolinea Pagani, che «non è solo far funzionare bene le cose, ma che ha l’orizzonte della trascendenza», una libertà che «valorizza ogni uomo e donna, singolarmente e in gruppo». È democratica perché «affidiamo la gestione della libertà alla sovranità popolare». È da qui, richiamando anche l’informazione ad essere «onesta, vera, generale, non scandalistica», che il prevosto parafrasa San Paolo (lo stesso che il sindaco Farioli ha più volte citato nelle sue ultime uscite pubbliche sulla situazione politica cittadina) per ricordare che «tutto concorre al bene comune».
Ecco perché Pagani auspica che si «favorisca la più ampia e bella creatività politica, sapendo che non è facile la gestione e l’impegno per il bene comune». Per creatività politica, Monsignore richiama ad «un accordo sulle proposte», invocando per i «gruppi, associazioni, partiti e convergenze» che «siano innanzitutto d’accordo al loro interno, per avere una proposta precisa e legittima». Per Pagani è questo «il primo passo per progettare, evitando fughe individualistiche». Solo così si può arrivare ad elaborare «un progetto preciso. Ciascuna aggregazione dica cosa propone, studiando con sacrifico, intelligenza, sfumando le posizioni al suo interno, in modo tale che ognuno possa scegliere quale progetto preciso preferire. Altrimenti come si fa?». Altrimenti trionfa la confusione. Ma un altro passaggio decisivo riguarda la legittimazione reciproca tra gli attori in campo: monsignor Severino ricorda che «una comunità vive bene quando, pur nelle differenze legittime, tutti sono guidati da un pensiero di stima reciproca, lasciando ora ad uno ora all’altro la guida della carovana». Insomma, una bella lezione di stile per una campagna elettorale che Pagani spera possa essere ordinata e dare modo agli elettori di scegliere.