«Con il mio violino racconto la storia e la magia dell’arte»

Compirà 25 anni il prossimo 6 marzo, ma Ray Chen, violinista taiwanese-australiano ha già alle spalle una carriera che ha dell’incredibile, tra premi vinti – il Menuhin di Cardiff e il Queen Elisabeth di Bruxelles, per esempio – e concerti fatti nel mondo, compreso quello tenuto alla consegna dei premi Nobel a Stoccolma, nel 2012, come più giovane artista mai invitato.

Questa sera alle 20,30, i fortunati frequentatori della Stagione musicale comunale lo potranno ascoltare, accompagnato dal pianista francese Julien Quentin, nell’esecuzione della Sonata in la maggiore K 305 di Mozart, in tre virtuosistici brani di Pablo de Sarasate tra cui il funambolico “Zigeunerweisen”, e nel capolavoro beethoveniano della Sonata n. 9 in la maggiore “a Kreutzer”.

I miei genitori non sono musicisti, io incominciai a studiare il violino come passatempo, che poi è diventato passione e ora carriera. I miei genitori mi incoraggiavano, ma senza spingere troppo. Temevano che la vita del musicista potesse essere economicamente difficile per me.

Viviamo in un’epoca flessibile e dobbiamo raggiungere un pubblico più giovane, necessario alla sopravvivenza della musica classica nel futuro. Non è mai facile trovare equilibrio tra la musica e gli altri progetti di comunicazione sociale – in questo caso per una casa di moda come Armani – ma penso che con una mente attenta si possa raggiungere un buon equilibrio.

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