La Pro più brutta: urge un miracolo

In passato furono i preti di Sacconago a cambiare il vento, oggi una benedizione non basterebbe più.Troppi peccati originali: la maglia nera può essere dismessa solo con un sontuoso mercato invernale

Se sabato ad Alessandria la Pro Patria dovesse incappare nella decima sconfitta consecutiva su dieci gare di campionato, eguaglierebbe il record negativo stagionale della Vigor Lamezia (serie D girone I) che domenica scorsa, contro la Sarnese in casa, ha conquistato il primo punto all’undicesimo tentativo. Di sicuro i tigrotti hanno comunque stabilito il record di sconfitte per le squadre professionistiche in questa stagione. Dalla serie A ad appunto alla Lega Pro solo la Pro Patria si trova ancora a zero punti dall’inizio del campionato. Mai nella storia tigrotta la squadra è stata maglia nera.

Nella storia del ciclismo la “maglia nera” è stata invece ambita. Rese famoso il tortonese Luigi Malabrocca, che si nascondeva nei bar quando si accorgeva che dietro di lui vi era qualche altro corridore, pur di non di farsela sfilare. Sulle spalle di Pisani e compagnia invece il nero sa molto di funesto e di condanna. Ovvio che senza la matematica certezza tutto è ancora possibile, ma il buon senso fa ritenere che sarà impresa impossibile schiodarsi dall’ultimo posto. Solo un mercato sontuoso e costoso a gennaio, nonché una crisi quasi cronica di chi sta davanti, potrebbe riaprire il discorso playout. Ma è meno ostico scoprire la formula della Coca Cola che scommettere sulla salvezza della Pro Patria. E questo record negativo della narrazione biancoblù fa da controcanto e mette nostalgia pensando a quello straordinario del 1959/60, che vide i biancoblù di Gipo Calloni vincere allo Speroni 15 partite su 18, pareggiando le altre tre e naturalmente vincendo il campionato con il ritorno in serie B. Altri tempi ed altra passione. Che non possono giustificare il disastro attuale. Non mancano record negativi nella storia del calcio italiano, mai però un filotto così di sconfitte dalla prima giornata. Soffermandosi, ad esempio, sulla serie B, Pescara e Monza in due diverse stagioni (1981/82 e 2000/01) infilarono 25 sconfitte su 38 gare(tornei a 20 squadre). Ne collezionò 28 su 34 partite il Parma nel 1931/32. Per trovare una perfomance che si avvicini alla Pro Patria occorre risalire al ’49/50, con la Pro Sesto che ne mette in fila sei, poi alla settima pareggia. Al termine saranno 35 stop su 42 giornate(serie B a 22).

Di serie negative record sa qualcosa mister Alessio Pala: il suo Albinoleffe nel 2011/12 perse 11 partite di fila in B (ma Pala arrivò solo dopo la sesta, a retrocessione ormai chiara). In tempi recenti la Pro Patria è andata incontro a vari periodi neri, mai però così sconfortanti. Nel 2007/08 mister Marco Rossi perse per quattro gare consecutive che depauperarono quanto raccolto nel girone di andata, quando Capelletti e compagnia erano a ridosso della zona playoff. Nel ’99/2000, da dicembre a febbraio, la Pro visse settimane difficili tanto che qualcuno pensò che si fosse abbattuta una sorta di maledizione sullo Speroni. Alcuni tifosi (sacconaghesi) invitarono il parroco don , se non a benedire la squadra, quantomeno a presenziare allo Speroni. Il prelato non si sottrasse e la sua presenza alla vigilia della gara con il Montichiari riportò alla vittoria i colori biancoblù. C’era un precedente risalente al campionato 1948/49: all’inizio del ritorno quella Pro in serie A infilò sei di sconfitte di fila ed i tifosi, sempre di Sacconago, quasi costrinsero don a benedire lo Speroni. Il prete aderì con entusiasmo e quella domenica la Pro pareggiò a Busto con l’Atalanta, interrompendo un pericoloso digiuno. Che ci voglia qualche altro intervento non proprio terreno per questa Pro Patria? Purtroppo il suo peccato è di natura originale e lì, ahimè, anche il cappellano biancoblù don non avrebbe il potere di dare l’assoluzione.