– Il problema della prossima chiusura definitiva dell’ufficio postale di Oltrona al Lago, anche se l’argomento non era inserito nell’ordine del giorno e il piano di diritto al studio triennale e non più annuale, come voluto dalla maggioranza. Un consiglio comunale ricco di contenuti, dove non sono mancate le polemiche tra minoranza e giunta, quello che si è svolto venerdì sera a Gavirate.
Maggioranza e opposizione unite dalla forte preoccupazione per la chiusura dello sportello postale di Oltrona, deciso nel piano di razionalizzazione di Poste Italiane, e contro la quale è partita una raccolte firme spontanea tra i cittadini, che sottolineano anche come l’ufficio oltronese funzioni benissimo, senza disservizi, utilizzato non solo dai residenti. «Stiamo valutando quali azioni mettere in campo – spiega il sindaco – anche se questa decisione non è stata certo presa a livello locale; i promotori della raccolta firme mi hanno chiesto di consegnare la petizione ai dirigenti di Poste, compito che ovviamente assolverò volentieri».
Intanto nei prossimi giorni, si terranno incontri tra i sindacati e i sindaci dei Comuni interessati dalle chiusure o dalla razionalizzazione degli orari d’apertura. Sabato prossimo a Brebbia, avrà luogo un’assemblea dei sindaci convocata dal primo cittadino . Polemiche tra maggioranza e minoranza sul tema della scuole; l’opposizione ha ritirato due interrogazioni su piano di diritto allo studio e sul servizio mensa dell’asilo, che è stato esternalizzato, criticando la giunta per i suoi «ritardi».
«Il ritardo di cui ci si accusa – replica , consigliere delegato alla Scuola – è dovuto alla definizione di un piano di diritto allo studio lungimirante perché garantirà un budget certo alle scuole per il triennio 2014/17; un cambio di rotta notevole rispetto al passato. Già da quest’anno, le scuole potranno contare su cifre certe, che saranno suscettibili sì di variazioni, ma solo in aumento». Nel dettaglio, la scuola dell’infanzia percepirà 7.200 euro l’anno, le primarie 8.500 euro l’anno, la media 7.800 euro l’anno e infine le superiori 3 mila euro l’anno, tutti garantiti fino al 2017. Critica la minoranza, che ha comunque votato a favore sia del piano che del servizio mensa.
«Una maggioranza per l’ennesima volta in affanno – attacca il capogruppo – spinta e incalzata dall’opposizione porta in approvazione con ben tre mesi di ritardo due vitali provvedimenti; quando questa maggioranza sarà in grado di sottoporre alla discussione del consiglio progetti concreti per i nostri cittadini? Quando vedrà la luce il faraonico progetto di rilancio del commercio, il nuovo arredo urbano? Siamo tra i Comuni con le strade più diroccate, per lo meno prestiamo più cura alla sicurezza delle scuole».