La politica chieda scusa e non altro

Certo che bisogna avere una bella dose di ipocrisia nel chiedere le dimissioni di Boni solo perché il “Trota” che non è neppure indagato si è dimesso, e se a pretenderlo è la solita sinistra giustizialista ma…con gli altri, che ha un centinaio di compagni raggiunti dall’avviso di garanzia oltre  ai più noti Penati e Vendola al bis, sì proprio colui che ha contribuito abbondantemente a portare la sanità pugliese allo sfascio. Sono proprio loro che poi risultano essere tutti saldamente  incollati alla poltrona con il Vinavil, allora credo che sarebbe meglio prima di far la morale all’avversario politico, togliere le ragnatele dagli scheletri nell’armadio di casa propria.

Enzo Bernasconi
Varese

La predica la fanno da un pezzo i partiti ai loro critici, cioè al 93 per cento degl’italiani che li ha sfiduciati: li accusano di voler mischiare l’etica con la politica, quasi che fosse il peggior delitto. Che delitto sia, lo abbiamo visto, lo vediamo, lo vedremo. Gran parte della politica fa spesso strame dell’etica, non lo considera un prerequisito implicito e necessario. Povera gran parte della politica, che si rifugia sempre nella sterile mozione dell’antiqualunquismo, e che subordina spesso la valutazione del suo operato al giudizio dei magistrati. Come se scarti di amoralità (a proposito del trotismo) non fossero anche quelli che esulano dai reati previsti dalla legge. È vero che, a osservare il panorama dell’amministrazione pubblica, avremmo dovuto assistere da tempo a una fila di dimissioni. Ma è pretendere troppo da chi accetta di trattare l’argomento solo se costretto da estreme circostanze; e che per il resto pratica un attendismo di comodo verso gli avversari, sicuro d’essere ricambiato da pari riguardo.
Nel frattempo, tutti insieme concordano sul fagocitarsi dello scandaloso rimborso elettorale, salvo pentirsene allo scoppio dell’ennesimo bubbone. Ci chiedano scusa, invece di chiederci di smetterla d’accomunarli in un giudizio liquidatorio di segno negativo.

Max Lodi

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