Monti limita i danni al Paese

Ogni giorno assistiamo al tiro al bersaglio di partiti, Confindustria, sindacati all’opera per imbozzolare il governo. Si è dimostrato non essere vero che la causa prima della crisi economica – finanziaria e il dislivello dello spread fosse Berlusconi.
L’anomalia italiana si rivela un affronto alle regole della democrazia. Un governo “tecnico”, non eletto, che costringe forze politiche antagoniste in una “maggioranza” palesemente ostile non ha riscontro in Occidente.
Sappiamo che la situazione di stallo si aggraverà con l’approssimarsi delle elezioni politiche. Quello del Presidente della Repubblica non è stato un capolavoro e sarebbe stato preferibile andare alle elezioni, come hanno fatto Paesi in condizioni più gravi della nostra, quali la Spagna e la Grecia.
Ulderico Monti
Gallarate

Il governo Berlusconi porta gravi responsabilità della crisi italiana. La sottovalutò a lungo, non prese le misure necessarie, si rivelò inadeguato alla situazione. Per risanare un Paese bisogna pagare un prezzo politico: Berlusconi non lo volle pagare.
Come altri premier prima di lui, e coalizioni di partito diverse da quella da lui guidata. Il presidente della Repubblica è stato costretto a giocare la carta della disperazione, e se non l’avesse giocata, allora sì che saremmo finiti come la Grecia. Il governo Monti non ha sospeso la democrazia, visto che ogni suo provvedimento diviene attuativo solo se approvato da un Palamento regolarmente eletto dagl’italiani. Semmai sono i partiti che hanno sospeso a lungo la democrazia sostanziale del Paese, stravolgendone le regole. Figuriamoci dove sarebbe finita l’Italia se a guidarla avessero continuato quelli di cui si legge ogni giorno quale fosse il senso dello Stato, il rispetto verso i cittadini, l’adesione ai principi fondanti della Repubblica. Diciamo che Monti sta cercando di limitare i danni, se proprio non vogliamo accreditargli nessuna acquisizione di meriti. Che danni saremmo qui a contare in sua assenza?

Max Lodi

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