– Se ne va un’istituzione di Sant’Edoardo, il quartiere si stringe attorno al dolore di Peppino Tagliabue. «Serena, solare, generosa» la ricorda il nipote Bobo. E in molti a Sant’Edoardo si chiedono come mai su viale Alfieri transitano i mezzi pesanti. Affranto e travolto dall’ondata emotiva della tragedia, ad alcuni amici che gli si facevano incontro per le condoglianze, Peppino Tagliabue provava quasi a prendersi la colpa del fatto che la sua Laura non ci fosse più. Forse solo perché lui e la sua carissima moglie Laura erano mano nella mano quando stavano attraversando la strada, come facevano più e più volte ogni giorno per andare a bere il caffè al bar di fronte. Ma è stata una tragica fatalità a portar via Laura Occhioni, una donna di 70 anni piena di vita, all’affetto della sua famiglia. Il marito Peppino, vicepresidente dell’Ascom di Busto Arsizio, con cui gestiva da sempre la cartoleria di famiglia (già cartoleria Cittelli dal nome della madre di
Peppino – era lì sul lavoro che i due si erano conosciuti tanti anni fa), e i tre figli , e (che vive a Genova dove fa l’attrice). Ma Laura è stata portata via a tutto il quartiere, che le voleva immensamente bene. «Un’istituzione» per Sant’Edoardo: tutti passavano da lei, e incrociavano il suo sorriso, nel comprare il giornale o nell’ordinare i libri per i ragazzi delle scuole Bertacchi, che sono lì vicino. «Faceva parte della vita quotidiana di tutti noi» la ricorda con una frase molto efficace. E in tanti ieri, a Sant’Edoardo, si sono ritrovati, increduli, a commentare la tragedia ricordando di aver «pagato il giornale un’ora prima» o di averla «vista e salutata la mattina stessa». E in quanti ricordano «le volte in cui abbiamo attraversato la strada in quello stesso punto». A partire da , nipote di Laura e Peppino, che ricorda «la zia Laura» come una persona «disponibile, serena, solare, generosa. E bella». Lascerà un grande vuoto.