L’Abc e la fiducia di Monti e degli italiani

Per salvare una volta di più Mediaset (asta delle frequenze tivù), il Pdl minaccia la crisi di governo. E chi sostituirà Monti? Alfano, Bersani, Casini? Oppure si andrà a nuove elezioni politiche? E il paese frattanto andrà ancor più a ramengo.
Ma alla Casta ciò non interessa e per i peones di Berlusconi conta solo l’interesse del cavaliere. E poi, il presidente Napolitano condanna l’antipolitica e difende i partiti (capisaldi della democrazia). Sarà forse così in altri paesi, non di certo in Italia dove la democrazia è sempre e solo partitocrazia. E poi i mestieranti della politica si arrabbiano con il partito del non-voto.

Carlo Mario Passarotti
Gallarate

I partiti danno e tolgono a Monti. Gli han dovuto dare la fiducia per necessità, gliela tolgono spesso per opportunità. Non guardano alle sorti generali del Paese, ma alle sorti elettorali di se stessi. La cosa che colpisce è l’irrealtà in cui vivono, quasi ignari (del tutto ignari?) della sfiducia e del discredito di cui sono circondati. Si ostinano a non capire che, affidata una delega emergenziale a un governo tecnico, si lascia lavorare chi opera per il bene di tutti. Poi si tirano le conclusioni, e si ritorna al giudizio degli elettori. Anche perché quali sono le alternative da proporre oggi a Monti? Chi avrebbe l’ardire di defenestrarlo,

d’anticipare le elezioni del 2013 e di presentarsi al giudizio popolare? L’astensionismo viaggia attorno al 33 per cento, un 10 per cento di chi andrebbe a votare infilerebbe la scheda bianca nell’urna, il 15 per cento sono gl’indecisi. Questa non è antipolitica, è disperata insofferenza della cattiva politica. Esiste infatti una buona politica, ed è quella che oggi suggerisce la stipula d’un rinnovato patto di Pdl, Pd e Udc con Monti. E chiede alle parti sociali d’essere più in armonia con il senso dello Stato anche al costo d’esserlo di meno con alcuni dei propri rappresentati. Insomma: guardare lontano per avvicinare il risanamento. Facile a dirsi, quasi impossibile a farsi.

Max Lodi

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