E’ finito in manette nelle ultime ore il rapinatore delle massaggiatrici cinesi: gli agenti del commissariato di polizia di Busto Arsizio, coordinato dal dirigente , ha incastrato , bulgaro di 31 anni, domiciliato da qualche tempo ad Asso, in provincia di Como. Secondo la ricostruzione investigativa lo straniero sarebbe responsabile di una rapina ai danni di una massaggiatrice cinese di Busto, avvenuta lo scorso 19 febbraio, e di un tentativo analogo avvenuto ai danni di un’altra orientale nel Bresciano.
Le indagini sono partite a febbraio: le pattuglie del commissariato di via Candiani sono intervenute in un appartamento di via Tito Speri a Busto, in seguito alla richiesta d’aiuto da parte di una giovane cinese. L’hanno trovata paralizzata dalla paura e dolorante.
Il bulgaro, dopo aver preso appuntamento con la ragazza telefonicamente si sarebbe presentato a casa sua dicendo di essere un poliziotto, mostrandole tanto di tesserino, molto simile a quello usato dalla forze dell’ordine. Aveva anche delle manette, tanto per dare più forza alla sua storia. Sempre secondo la ricostruzione, l’uomo le avrebbe puntato una pistola alla tempia e in seconda battuta un coltello alla gola. La donna ha vissuto attimi di puro terrore. Per evitare che la massaggiatrice potesse chiedere aiuto le ha sottratto anche il telefono cellulare, costringendola a consegnargli il denaro che aveva in appartamento. Per impedirle di gridare l’avrebbe colpita più volte al viso, stringendole anche le mani attorno al collo, fino a farle perdere i sensi. A quel punto, dopo averla messa fuori gioco, se l’è svignata facendo perdere le proprie tracce. La ragazza è dovuta ricorrere alle cure del pronto soccorso, dove i medici le hanno riconosciuto otto giorni di prognosi per trauma cranico e per altri traumi e contusioni varie. Le indagini, avviate in sinergia con il Pm di Busto, sono partite dalla telefonata effettuata dal rapinatore, quando ha preso appuntamento con la cinese. Attraverso l’esame dei tabulati, gli investigatori sono risaliti anche ad un’ultra rapina tentata dall’uomo con identiche modalità ai danni di un’altra massaggiatrice cinese di Brescia.
I poliziotti della squadra investigativa, forti anche del riconoscimento della fotografia da parte di entrambe le vittime, si sono recati ad Asso con un decreto di perquisizione della Procura. Durante la perquisizione sono state trovate due pistole giocattolo, le chiavi di un paio di manette, un porta tesserino con una placca dell’Associazione Nazionale Carabinieri, un coltello a scatto, numerosi telefoni cellulari, schede telefoniche e materiale informatico, dall’esame del quale sono emersi abituali contatti con utenze e profili di massaggiatrici cinesi.