“Cavia umana” in Ticino 600 euro per un week end

VARESE Se non arrivi alla fine del mese, puoi sempre fare la «cavia umana». Ecco come arrotondano molti varesini che migrano in Canton Ticino per sottoporsi a test clinici, per sperimentare i farmaci delle più grandi multinazionali farmaceutiche.

Un week end di prelievi ed esami è retribuito fino 600 euro e circa l’85% degli sperimentatori volontari (500 ogni anno) sono italiani, provenienti da Varese, Como e Milano.

Una migrazione che se prima coinvolgeva generalmente solo studenti o anziani che dovevano arrotondare la pensione, oggi riguarda anche donne disoccupate, operai piegati dalla crisi e giovani stagisti non retribuiti. Pendolari del farmaco che per qualche soldo facile sono pronti ad accettare il rischio di mettere a repentaglio la propria salute. Le principali cliniche che arruolano volontari, e sono facilmente raggiungibili dai varesini, sono l’Institute for pharmacokinetic and analytical studies (Ipas) di Ligornetto (vicino a Mendrisio), la Cross Research di Arzo e la Projectpharma di Savosa (Lugano) e lo fanno attraverso il passaparola o tramite annunci pubblicati su internet. I farmaci che gli sperimentatori testano sono tendenzialmente quelli generici nella fase così detta «uno». Quella in cui prima di verificare l’efficacia del principio attivo del medicinale se ne valutano sicurezza e effetti sul metabolismo, non più sugli animali ma direttamente su «cavie umane».

Quando si entra nelle cliniche e si decide di diventare degli sperimentatori volontari si firma un modulo di consenso che spiega i rischi ai quali ci si sottopone e poi si cominciano i test di routine. Prelievi di sangue prima e dopo la somministrazione del medicinale da testare ed atri esami generici per cui si rimane nelle cliniche per un intero week end, o anche di più. Ovviamente bisogna risultare sani, altrimenti i volontari vengono classificati non idonei al trattamento.

Le competenze e le professionalità elvetiche sono come sempre molto elevate e questo iter si può affrontare per un massimo di tre volte in un anno (ogni quattro mesi) e si può guadagnare fino a due mila euro all’anno di extra. Molti di più di quanto se ne possono guadagnare in Italia. I centri che da noi conduco il primo passo della sperimentazione sull’uomo sono pochi e troppo lontani per i varesini: Roma, Chieti, Cagliari, Pisa; Catania e solo da poco anche il Sacco di Milano, ma con compensi decisamente inferiori a quelli Svizzeri, esentasse. Di solito gli ospedali testano la validità di un medicinale a partire dalla fase «due» (per conoscere il miglior dosaggio da somministrare), dalla «tre» (per dimostrare l’effetto terapeutico) o dalla «quattro» (per approfondire le conoscenze del profilo di sicurezza).

I soldi svizzeri fanno quindi comodo e in un periodo di crisi come quello attuale fanno anche gola a molti varesini che ogni anno vanno in pellegrinaggio nelle cliniche elvetiche. Non importa se si corrono dei rischi per la salute, se i soldi servono si è anche ben disposti a correrli.

Valentina Fumagalli

e.marletta

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