«Guardo queste carrozzine e sono felice»

Gianfranco Ponti ieri è andato a vedere la sfida (vittoriosa) della Handicap Sport, che sponsorizza: «Vedere lo spettacolo di questi ragazzi è la conferma di quanto sia stata giusta la scelta di aiutarli»

Metti un pomeriggio a parlare di pallacanestro con Gianfranco Ponti, grazie all’ispirazione di una partita che ha condensato in sé quasi l’intero caleidoscopio di colori che lo sport più bello del mondo possiede. Il basket in carrozzina andato in scena ieri nella gremita palestra di via Monte Generoso è stata una torta fatta con ingredienti che nella cambusa dei “seduti” non mancano mai: ardore, agonismo

quasi cruento ma temperato dalla lealtà fra i protagonisti a gioco fermo, estetica delle azioni, tecnica, ardore e cuore. In dosi massicce sia dai vincitori che dagli sconfitti. È mancato il pathos che solo i match punto a punto regalano: i colpevoli sono i ragazzi di Daniele Riva, spietatamente concentrati nel non lasciare scampo agli ospiti del Santo Stefano dopo la sconfitta casalinga di sabato scorso.

Tra i tifosi sugli spalti si confonde una persona che passa inosservata ai più nelle sembianze, ma non nel nome. Un tifoso reso speciale da due antitetiche circostanze: l’interessamento (non ricambiato) ad affiancare il consorzio Varese nel Cuore, risalente alla scorsa primavera, che lo ha portato agli onori delle cronache relative alla Pallacanestro Varese e l’attuale coinvolgimento nelle sorti della HS Cimberio Varese, sotto forma di un aiuto economico alla società di Carlo Marinello per la promettente annata sportiva in corso. Va cambiato l’incipit al pezzo: metti un pomeriggio a parlare di basket con Gianfranco Ponti, lasciando però fuori ciò che nulla c’entra con il qui e ora. Checché si possa pensare di un personaggio cui gli eventi primaverili hanno cucito addosso un aurea quasi mitologica, il basket in piedi rimane esterno dai suoi pensieri correnti (se non quelli di semplice appassionato di pallacanestro e di Varese), facendo posto a un qualcosa di nuovo che non può non catturare a prima vista. A Gianfranco Ponti è successo così, prima da lontano – dove i suoi impegni di lavoro periodicamente lo portano – poi da più vicino: «Mi sono perso la prima partita in casa – racconta – ma oggi ho approfittato della mia presenza in città per riuscire finalmente a venire. E sto rimanendo conquistato da ciò che vedo in campo».

Ponti si riferisce alla sensazione – capace di riempire dentro – che l’apprezzamento dell’impegno agonistico riesce a restituire: «Mi conferma ancora una volta di più di quanto sia stata giusta la scelta di aiutare questi ragazzi. Da fuori pensano che la molla venga data da una sorta di impegno sociale, dalla volontà di “fare del bene”, ma sono ragioni che non mi sono appartenute nella decisione: ho deciso di investire perché la HS Varese è una realtà sportiva valida e meritoria. Poi è fuori discussione che lo sport per disabili sia importante anche come esempio». La Cimberio lo ripaga con una grande gara: la Banca Marche viene piegata 70-37, sulle ali di una difesa attenta e di un collettivo che risponde presente, nella sua interezza, in attacco. Il successo caccia via i brutti pensieri degli ultimi sette giorni e spezza il digiuno nella nuova casa di Bizzozero. Sarà merito del tifoso speciale? Ne fosse accertata la valenza taumaturgica, lo si potrebbe portare al palazzetto, alla bisogna. Come appassionato. Cosa avevate capito?