Quattromila cartelli e una sola speranza: «Di certo adesso Ukic ci sta pensando»

La manifestazione d’amore di Masnago nei confronti del play croato sarà davvero servita a qualcosa? Zanatta: «Non scherziamo, andrà in Eurolega». Ossola: «Secondo me, sì». Crespi: «La gente lo ama»

Comunque vada a finire tra Varese e, il gesto d’affetto del Palawhirlpool nei confronti del campione croato rimarrà un episodio storico per Masnago e dintorni. Mai il pubblico si era speso così tanto nei confronti di un giocatore arrivato da nemmeno due mesi nella città del basket, mai un singolo elemento era stato considerato così vitale per le sorti di una squadra biancorossa e mai l’intero palazzetto era stato messo trasversalmente d’accordo nell’osannare con la stessa moneta un proprio beniamino.

I fogli A4, lo striscione in croato e l’ovazione riusciranno nell’intento di favorire la conferma più attesa della storia? Il playmaker di Spalato, dopo la partita contro Torino, non ha voluto né potuto dare una risposta definitiva: «Nella decisione peseranno tanti fattori e i soldi saranno l’ultima motivazione» ha più o meno fatto intendere. Abbiamo chiesto un parere a tre frequentatori abituali del Tempio, tifosi speciali per storia sportiva e per conoscenza della materia: Masnago avrà toccato le corde del cuore di Roko, tanto da indurlo a restare? Sono arrivate – come era lecito attendersi – tre risposte molto diverse fra loro. «Non scherziamo – è l’incipit perentorio del grande – Quello di domenica è stato un gesto che avrà sicuramente fatto piacere a Ukic, perché gli ha fatto capire quanto sia apprezzato da queste parti. Da qui a far dipendere una scelta da una cosa del genere, però, ce ne passa». L’ex giocatore e dirigente biancorosso continua: «Ci sono tanti perché a pesare su una decisione: economici, di visibilità, di programmazione del futuro. Non dimentichiamoci che Roko non è venuto qui a svernare alla fine della carriera o a campare sull’ultimo contratto buono: può avere ancora delle grandi ambizioni. È come se Varese gli avesse detto “hai riportato la luce in un momento di buio”: è stato un bellissimo modo di tifare, al contrario degli insulti a Mancinelli che non mi sono piaciuti per nulla, ma non diamogli altra importanza. E soprattutto non prendiamocela con nessuno – nemmeno con lui – nel caso in cui se ne vada davvero». L’imperativo è la fiducia nella squadra, con o senza il “salvatore”: «Chi può dire cosa ci darà Wayns? Qui a Varese abbiamo visto tanti campioni, ora c’è Ukic: godiamoci il momento e ringraziamo chi ce l’ha portato, lasciando da parte la paura di non sopravvivere a un suo addio».

«Io lo spero – è invece la risposta della leggenda , anche lui “catturato” sugli spalti con il cartello “Roko” in mano – Di sicuro mi sembra che il giocatore si sia emozionato: nel primo tempo non gli entrava un tiro. In ogni caso parliamo di un playmaker vero, di un campione la cui assenza già si percepisce quando rifiata in panchina, di quello che ci serve». Rimarrà? «Dipende da chi sarà la controparte – risponde il Von Karajan della pallacanestro italiana – Io, fossi nei suoi panni, punterei in alto, proprio perché ancora se lo può ancora permettere. C’è un però…». Quale? «Se la controfferta dovesse arrivare da Milano (che non gli darebbe nessuna garanzia per l’Eurolega) o da qualsiasi altra squadra italiana, mi auguro proprio che non abbia dubbi e resti a Varese». «Per capire cosa sia passato nella sua mente durante la presentazione di domenica, bisognerebbe conoscere l’uomo Ukic, mentre noi conosciamo solo il giocatore – afferm, attuale g.m dell’HS Cimberio e storico dirigente italiano – Al secondo avrà fatto sicuramente piacere, ma non possiamo entrare nella testa e nel cuore del primo ed esplorarne i sentimenti. Se quello che è successo verrà valutato solo con l’occhio del professionista, Roko sceglierà altro». Resta, come si scriveva all’inizio, il gesto: «E’ stata la dimostrazione di un pubblico che si è reso conto di come questa squadra dipenda in larga parte dal croato e che senza di lui possa essere in enorme difficoltà. È per tale motivo che la gente ha voluto forzare la mano, lanciando un messaggio chiaro anche alla società: fate un sacrificio, se potete».