– «Non vedo e non parlo con mio figlio da nove mesi e mezzo. Lo rivoglio, lo rivoglio con me»., varesina di 31 anni, parla con la voce rotta che soltanto una madre alla quale il figlio è stato portato via può avere. Sono diverse sfumatura che indicano paura, sofferenza, nostalgia e amore. , suo figlio, il prossimo 30 aprile compirà 12 anni: «Lo rivoglio a casa per il suo compleanno. Lo voglio riabbracciare, voglio organizzare una festa per lui qui a Varese, la sua città. Dove sono cresciuta io e dove deve crescere anche lui».
Cristian da nove mesi e mezzo è in Sierra Leone, con il padre, originario del difficile Paese africano. «Mio figlio adesso si trova in un Paese dove imperversano guerra e ebola – spiega Pamela – L’angoscia è infinita».
La donna lo scorso settembre ha presentato una denuncia alla Polizia di Stato di Varese per sottrazione di minore: «Ho fiducia nel lavoro delle forze di polizia e della magistratura – spiega la donna – Ma il mio ex compagno si comporta come se credesse di poter fare ciò che vuole. In questi mesi è anche tornato qualche volta in Italia. Ci sono stati litigi forti, ho implorato di riavere mio figlio. Mi ha risposto: il bambino non lo rivedrai mai più».
I fatti, così come esposti da Pamela in sede di denuncia, sono semplici. Lei e l’ex compagno hanno avuto una breve relazione 12 anni fa, dalla quale è nato Cristian. A sancire i rapporti tra i due c’è una scrittura privata: l’affidamento del piccolo è congiunto. Ultimamente il bambino trascorreva più tempo con il padre che con la madre; il tempo necessario affinché Pamela trovasse una nuova occupazione che potesse garantire un migliore tenore di vita al bambino.
«Cristian l’abbiamo cresciuto noi – dice Pamela – io, mia madre e mio fratello. Lui si è sempre disinteressato. Certo, veniva a trovare il bambino, ma nulla di più. È vero, ultimamente trascorreva più tempo con suo padre che con me. Ma io ho il pieno diritto di vederlo e di non saperlo abbandonato in Africa da qualche parte. Ho un lavoro stabile, qui a Varese c’è la casa di Cristian».
Prima del giugno scorso «il padre non aveva mai portato in vacanza il bambino – racconta la donna – a giugno, finita la scuola, sono partiti. Cristian avrebbe dovuto trascorrere le vacanze estive con il padre e i nonni paterni. Sarebbero dovuti rientrare ai primi di settembre, ma mio figlio non è più tornato».
Pamela lo aveva già iscritto a scuola, dove Cristian dovrebbe frequentare la prima media. «Il padre dice che in Sierra Leone lui va a scuola, ma io non so nemmeno come stia mio figlio – spiega la donna – Non sono più riuscita a parlare per telefono con lui. Il padre ha sempre gestito le comunicazioni, sostenendo che Cristian vuole restare dov’è. Ho tentato di contattarlo attraverso Facebook, ma senza risposta. Sono costretta a spiare le foto postate sul profilo: lo vedo in canottiera, in Africa. Non lo abbraccio da quasi un anno. E quel Paese non è sicuro. Lo rivoglio: mi hanno strappato il cuore».
E il padre domenica o lunedì potrebbe far rientro in Italia. «Ma senza Cristian – dice Pamela – Spero che la giustiazia italiana possa fare qualcosa per restituirmi il mio amore».