«Il Varese vive insieme al mio Claudio: ogni giorno in Eccellenza come in A»

Elisabetta Meggiorin presente anche a Vittuone: «Stessa emozione d’un bimbo che inizia a camminare. L’entusiasmo e l’orgoglio con cui i giovani indossano la maglia ce li fa amare come fossero nostri figli»

, madre di , ultrà del Varese accoltellato davanti al suo bar di nel 2005, ha vissuto il dolore più terribile che una donna può conoscere nella propria vita.ha trovato però nella tante persone pronte a sostenerla con il loro affetto, spalancandole il cuore. Oggi, Elisabetta tifa Varese come farebbe il figlio se solo fosse ancora vivo.

È stato un viaggio indimenticabile, fatto con tanti amici di fede. Una trasferta da brivido con una coreografia eccezionale e tante bandierine sventolate per colorare Vittuone con la passione biancorossa. In campo, i ragazzi di Giuliano Melosi hanno risposto alla grande e hanno vinto, come sempre.

È stato un periodo difficile perché ogni giorno si rincorrevano notizie contraddittorie sul futuro del Varese. Ma non poteva finire questa storia che ha 105 anni e dopo aver sfiorato la Serie A non troppo tempo fa. Sono legata alla squadra da un grande sentimento e non avrei mai accettato che potesse scomparire. Ripartire da zero è stata la cosa giusta. Lo abbiamo fatto da varesini veri, ancorati alla lealtà, alla lotta e all’inesauribile voglia di arrivare alla meta.

Dieci anni senza Claudio sono già una eternità. Non potevo accettare che, nel decimo anniversario della sua scomparsa, morisse anche il Varese che era parte della sua vita e lo è diventata anche della mia. Poi il miracolo si è avverato e ragazzi di cuore, varesini e seri, hanno fatto rinascere il Varese. L’ho sentito come un bambino che ricomincia a camminare e che mi offre nuove emozioni. Per questo non mi perdo una partita. Non posso: è troppo bello il clima che si respira intorno alla squadra.

L’entusiasmo dei ragazzi che indossano questa maglia meravigliosa. In particolare i giovani stanno vivendo un momento fantastico: ognuno di loro viene accolto come non è mai stato salutato da nessuna altra parte. I nostri applausi suscitano in loro una risposta splendida. Se dobbiamo complimentarci con il capocannoniere Marrazzo, bisogna fare lo stesso con tutti gli altri perché corrono fino a quando hanno fiato in corpo. Questi ragazzini potrebbero essere i miei figli, i miei nipoti e sono felice per loro perché sono arrivati in una società speciale com’è il Varese che li farà arrivare molto in alto.

Ha sempre fatto sport e per la sua grossa stazza giocava in porta. A Porto Ceresio e a Malnate. Ci teneva molto al calcio e aveva il Varese nel cuore.

Lo conosco da tanto tempo ed è un amico, come la moglie Lucia. Ci affidiamo a lui sapendo che saprà onorare al meglio la carica di presidente. Gli auguro tutto il meglio dalla vita. Ma il mio pensiero va anche ai suoi collaboratori.

A tutto lo staff: da Piero Galparoli a Enzo Rosa, da Paolo Basile a Daniele Bernardeschi. Sono persone onestissime che hanno gli occhi spalancati sulle sorti del Varese. Lo hanno fatto rinascere e adesso gli garantiranno un futuro florido per tornare il più in alto possibile. E già hanno abituato benissimo tutti i tifosi perché la squadra vince sempre.

Sì ma per noi questa Eccellenza vale come la Serie A.