Tagliare Robinson è l’errore più grave degli ultimi anni

Il commento del nostro Fabio Gandini

Quarantesimo minuto, sirena e fischi. As usual di questi tempi, nel Tempio. Pozzecco si avvicina a Recalcati: i due si abbracciano, si parlano nell’orecchio. Il Poz cerca quasi di scappare, Charlie lo richiama a sé per sincerarsi che abbia capito. Entriamo nel campo della fantasia: «È dura Gianmarco, ma non abbatterti e niente colpi di testa» potrebbero essere state le sue parole.

Si è dura. Molto. Venezia è un crudo esame di realtà per Varese: contro squadre di questo rango, ancorché tutt’altro che in giornata irresistibile, i nostri eroi non hanno cittadinanza alcuna. È triste, ma le partite da vincere saranno altre perché i sogni di gloria sono finiti da un pezzo. Non riusciamo a provare rabbia davanti alla debacle passata sugli schermi della nostra anima. Nemmeno ripensando alla pochezza estetica del gioco espresso o alla totale impalpabilità di alcuni elementi. Nemmeno andando a rileggere il tabellino e quelle percentuali di tiro che farebbero impallidire anche un neofita del gioco. Si chiama rassegnazione ed è una malattia ancor più infida della tristezza: ti toglie la voglia di futuro.

Proviamo a guarire subito cercando la rabbia come fa un marinaio con il faro della costa. Ecco: cambio Maynor-Robinson? Nella top-ten delle “boiate” di mercato degli ultimi anni, la genialata entra forse sul podio. Maynor è inadeguato perché totalmente fuori condizione, non perché scarso. E si sapeva. Quale la ragione nel portarlo ai nostri lidi? Perché rinunciare a cuor leggero ai 16 punti di media del suo predecessore che teneva in piedi un attacco che è crollato miseramente dalla sua partenza?

Con il “ciabattaro” Deane alle spalle, la suddetta rischia di essere la mossa che affossa definitivamente la baracca. In una scelta del genere c’è stata fretta, valutazione errata, spreco di altri soldi preziosi: errori imperdonabili. E lo striscione della curva non può non arrivare, giusto o sbagliato o irruento che sia: “Vescovi e Giofre solo errori. Ora dimissioni”. Ascoltarlo adesso significherebbe gettare ancora più in fondo agli inferi le speranze di questo ambiente. A fine stagione, però, al rendiconto non si dovrà fuggire. Menzione per Diawara e Kangur: grazie per il vostro sacrificio. È l’unica cosa in grado di scaldarci il cuore.