La barca affonda, il comandante lascia. Poteva lasciare prima che affondasse, magari cedendo il timone al sindaco: scegliesse lui il nuovo equipaggio. La colpa vien data all’onda contraria, cioè alla contestazione dei tifosi. Ma dài. Messi di fronte all’evidenza, i tifosi non la negano. La testimoniano. A modo loro, si capisce. Ma sono per l’appunto tifosi: il bene d’una società.
Il male sta altrove. Viene da lontano. Gestioni disastrose, conosciute tardi nella loro negatività. Il Varese teneva botta sul campo, sfiorando la promozione in A, e nessuno badava a che la tenesse al di fuori. Però Laurenza, quando si prese l’eredità di Rosati, doveva saperlo. E se non lo sapeva, che presidente sarebbe potuto essere? Quel che è stato: un presidente in immediate ambasce, e restio ad ammetterle. Fino a quando, l’anno scorso, dovette pubblicizzare l’imbarazzo finanziario: si rischiava il fallimento. Un appello forte, una risposta debole. Localmente, nessuna risposta. Questo va detto, perché si fa gli schizzinosi su investitori meridionali o stranieri, e tuttavia di grana prealpina non se n’è vista. Se la città ha a cuore il calcio, dia segnali concreti: quante volte lo si è auspicato? Tante, e inutilmente.
Una vicenda (1) d’ingenuità. E con l’ingenuità non si fa strada: si può magari andare avanti un cicino, poi viene il momento della sosta forzata e inevitabile. Ci s’impianta. Il Varese s’è impiantato, a secco di competenza e accortezza. Meglio, per il presidente, fare l’umile autostoppista: cerco chi si accolli i debiti che non sono riuscito a ripianare. E il gran gesto delle quote azionarie in regalo? Un piccolo cadeau, in realtà. Chissà se davvero gradito da qualcuno. Vedremo.
Una vicenda (2) di mistero. Lascia un proprietario, s’ignora chi vi possa (voglia) subentrare. Tramontata l’epoca della suggestione pachistana, si profila quella dell’interesse svizzero. Quale, di preciso? Mah. Altre voci circolano, attendibili e inattendibili insieme, come nelle migliori (peggiori) storie dall’incerto finale. Di concreto, per ora, il pagamento dei contributi che eviterà nuove penalizzazioni di classifica; il mancato acquisto dell’attaccante che serve; lo sconcerto di cui è preda la squadra. Di astratto, il resto: un quadro concesso alla libera e malinconica interpretazione.