Ira Giannone: «Tifosi tigrotti, fischi a chi vi ha dato tutto»

L’ex non ci sta: per lui i fischi e gli insulti dei suoi vecchi tifosi sono troppo. Ecco il suo sfogo

Che il comitato di accoglienza del tifo apparecchiasse striscioni e contestazioni verso Pietro Vavassori era scontato, tanto che lo stesso ex patron ha addirittura dichiarato, al termine della gara, che si aspettava un’intensità maggiore da parte dei tifosi biancoblù. “Light” rispetto a quella che gli riservarono al termine della gara di ritorno dei playout con il Lumezzane lo scorso 30 maggio. Che andassero anche in tavola fumanti salve di fischi verso Luca Giannone, invece, ha destato qualche sorpresa. Non però per l’ex giocatore biancoblù, che si aspettava «un atteggiamento ostile nei miei confronti: mi avevano avvisato che avrei trovato un ambiente che mi avrebbe beccato ad ogni pallone che toccavo. E così è stato».

E sul perché, l’attuale numero 10 della Reggiana non sa darsi una spiegazione: suppone che la motivazione possa consistere nell’essere «andato via dalla Pro Patria per andare in un’altra società di categoria superiore, che penso sia un diritto e l’ambizione di ciascun calciatore. Difatti, via dalla Pro sono salito di categoria(Crotone serie B, ndr): quindi me ne sono andato non certo perché non volessi restare a Busto. Avevo sempre detto che il mio sogno era giocare in serie B, non avevo mai nascosto nulla. Che dovevo fare secondo loro? Rimanere alla Pro Patria sempre e comunque? Avrei voluto vedere loro, quelli che mi hanno contestato sabato, cosa avrebbero fatto al mio posto». Giannone ritiene ingiusto il trattamento avuto, con fischi ad ogni tocco di palla e i cori “Giannone uomo di m…”, perché «quando sono stato alla Pro Patria ho sempre fatto il mio: non ho capito questa cattiveria nei miei confronti». Alla tifoseria non è mai andato giù quell’indice portato alla bocca per zittire lo stadio dopo un suo gol, seguito da momento d’insofferenza dello Speroni nei confronti di un giocatore dal quale si attendeva maggior continuità e giocate. Un gesto polemico che è rimasto una ferita aperta e che mai andrà a cicatrizzarsi.

E può darsi che i cori di sabato abbiano condizionato la sua prestazione, negativa al pari dell’altro ex Mirko Bruccini (“tollerato” dalla tifoseria). Per il napoletano però sono altri i motivi di una partita da dimenticare: stanno tutti «nella non buona condizione fisica». Rivela: «È la seconda partita che gioco e vengo da un lungo infortunio, non c’entrano i cori o gli insulti. Quelli li ho sentiti, ci mancherebbe, però non sono ancora al meglio della forma». E per finire un giudizio sulla Pro, «una squadra che ha giocato con grande determinazione e grande carattere». Quella che è venuta meno alla Reggiana, imbrigliata dalla fitta e resistente ragnatela biancoblù.