L’Europa investe in innovazione E le nostre aziende sono pronte

La Ue lancia contributi da 50mila euro a fondo perduto per sostenere l’innovazione. E le piccole e medie imprese varesine rispondono presente.

Dello Sme Instrument, questo il nome tecnico del provvedimento da 2,8 miliardi di euro inserito nel progetto Horizon 2020, si è parlato ieri mattina nella sede Univa di Gallarate. Nanotecnologie, materiali avanzati, biotecnologie, ricerca clinica, prodotti alimentari, applicazioni, efficienza energetica e attrezzature: su questi fronti l’Europa vuole misurare la capacità di innovazione delle Pmi.

L’idea è quella di finanziare idee ad altro rischio, ma con un potenziale altamente innovativo. «L’obiettivo della Ue è quello di aiutare le imprese a lanciarsi su nuovi mercati», ha spiegato Marco Crespi, coordinatore del ciclo di incontri “Approfondimenti di finanza per l’impresa” che ieri ha visto un appuntamento dedicato allo Sme Instrument.

In platea, per capire come accedere al contributo a fondo perduto che copre fino al 70% delle spese sostenute in ricerca per un massimo di 50mila euro, c’erano i responsabili dell’innovazione di diverse aziende di tutta la provincia.

«Abbiamo presentato diverse domande rispetto alla vecchia programmazione europea, ma non abbiamo mai avuto accesso ai fondi. La difficoltà sta nel trovare un’interfaccia che aiuti nella stesura del progetto e del lavoro di gruppo». Sì, perché Bruxelles chiede che le imprese facciano rete con aziende di altri Paesi.

A parlate è Angela Rotellini, responsabile dei progetti finanziati per la Fondazione Istituto insubrico di ricerche per la vita, incubatore per imprese biotech che a Gerenzano ospita quindici aziende. «Noi oggi siamo qui per fare da tramite alle realtà incubate».

I fondi europei attirano non solo per l’aspetto economico, ma soprattutto per i tempi certi di erogazione: «abbiamo chiuso nel 2012 un progetto Interreg con fondi italiani, l’ultima tranche di finanziamenti ci è arrivata da poco».

Le imprese non possono aspettare tempi così lunghi. Lo sa bene Maria Vittoria Leva di Ntt, una start-up di Fagnano Olona finita al centro delle cronache nazionali per le difficoltà ad essere finanziata dalle banche. «Un’azienda come la nostra che fa ricerca e sviluppo è sempre alla ricerca di benzina per il proprio motore», ha spiegato, «inoltre i nostri prodotti hanno tempi tecnici lunghi perché il cliente li certifichi». E nell’attesa, se mancano i fondi per sostenere la ricerca, l’impresa rischia di non sopravvivere.

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