«Se ci sarà Pro-Varese? Farò una passeggiata»

Una vita divisa a metà, tra il biancorosso e il biancoblù: Giorgio Scapini, come non l’avete mai letto

«Mi dicono sempre, ridendo, qui alla Pro, di alzare la camicia. Perché vogliono vedere se sotto c’è ancora la maglietta del Varese», scherza su questioni di cuore il responsabile del settore giovanile tigrotto, Giorgio Scapini. Una vita divisa in due la sua: tra Busto Arsizio e Varese. Una vita da eterno derby. Il primo amore, quello puro e innocente, dal colore biancoblù, e poi quello indimenticabile, passionale, che ti porti dietro fino alla fine, dipinto di bianco e di rosso. Luciano Ligabue, nel lontano 1993, cantava i duri hanno due cuori e Scapini è così, per logica deduzione: un duro.

Mah, non lo so. L’importante è che mi chiedete dei miei ragazzi del settore giovanile.

Avete mai visto il Mago di Oz?


Ecco, me lo ripeto ogni giorno: soffro della famosa Sindrome di Doroty. Sono in un posto che non conosco ma in cui mi trovo bene.


Certo. Qui alla Pro ho ripreso un’avventura terminata qualche anno fa. Sento una grande fiducia sulla mia persona, stima e considerazione. Infatti ho piena autonomia decisionale.


Chiaramente ci sono state difficoltà. Le stesse che c’erano al Varese e che ci sono in ogni società che decide di intraprendere un discorso importante sul settore giovanile: visto che si ha sempre strutture e tempo limitati.


Posso dire che la forza dei Tigrotti è nella sua storia. Una storia sentitissima, che si respira in ogni angolo della città.

A Varese, per storia della città, il calcio deve dividersi con il basket – come è giusto che sia, quando una società, come quella della pallacanestro, vince così tanto.


Qui dici Busto Arsizio, dici Pro Patria; e il contrario. Basta andare dal benzinaio per trovare appesi alle pareti sciarpe o stendardi. Dai più anziani ai più giovani i cuori dei bustocchi battono un solo ritmo, che è quello biancoblù.


Diciamo che un po’ di distacco c’è e si sente: questo è innegabile. Le vicende – ma non voglio entrare nel merito, visto che non le ho vissute in prima persona – hanno colpito al cuore i tifosi. Un cuore che non merita di soffrire.


E ora starà a noi tutti riconquistare la fiducia della gente. Vedete, siamo nella stessa condizione del Varese l’anno scorso: solo con i nostri sacrifici, il nostro lavoro, e i nostri risultati potremo ricostruire quel rapporto e riportarlo ai massimi splendori. Poi…


Poi con una presidentessa come Patrizia Testa, tutto questo viene naturale.

Patrizia Testa è la Pro Patria, né più né meno. Abbiamo alla guida una tifosa sfegatata, pensate che ha dichiarato che vuole rimanere alla guida della società fino al centenario del 2019. Io ho visto pochi presidenti come lei: presenti sempre e non invadenti. La Testa parla con tutti: da noi dello staff, fino a prendere le telefonate dei genitori dei nostri ragazzi. E’ sempre sul campo, lei.

Non male.

No, assolutamente. Pensate che le ho chiesto di togliere le rette dei nostri ragazzi: rette che esistevano da sempre. Lei ha risposto con un sorriso, e il secondo dopo erano sparite. Le è bastata mezza mia parola per capire che rilanciare un settore giovanile dopo anni difficili c’è bisogno di sacrifici.


Non era facile: le famiglie dei nostri ragazzi erano scontente. L’ultima stagione ha lasciato il segno. Io ho fatto riunioni sia con i genitori che con i nostri giovani spiegando il progetto con la massima umiltà e serietà.


(ride, ndr) Nessuno per ora. Ho trovato le squadre già praticamente fatte: datemi un po’ di tempo e…

Beh, diciamo che è lo staff che ti costruisci attorno a fare la differenza. Per formare campioni è decisivo il filo logico, l’idea calcio, che lega l’attività di base alla prima squadra passando per il settore giovanile.


Armonia e responsabilità: questo è quello che chiedo ai miei uomini. Io non intervengo sulle scelte degli allenatori, sono lì a disposizione per consigli e per dare il mio aiuto.


La squadra di allenatori che ho portato è composta da persone che conosco. Vogliamo dare un’impronta nuova… C’è Andrea Scandroglio per gli Juniores, Gianluca Porro – ex giocatore del Varese – agli Allievi, poi Calandrino, Mattavelli e Tomasoni per i 2001, 2002 e 2003. E, infine, per l’attività di base Antonio Carannante.


Se dovesse accadere, non so cosa farò quel giorno. Probabilmente andrò a fare una passeggiata, lontano, con mia moglie Mirella e con la mia cagnolina Ribes.


Se Pro e Varese fossero messe nello stesso girone sarebbe un problema, perché sono una delle due tornerebbe in Lega Pro. Questo campionato è talmente fondamentale per le due società che, personalmente, vorrei finissero in gironi diversi.


Certo. Il derby lo giochiamo l’anno prossimo in Lega Pro. La Serie D è un purgatorio dove nessuna di queste due società merita di stare: per loro i palcoscenici sono altri…


Se fosse così mi scenderà sicuramente una lacrima vedere i miei Giovio, Luoni, Gazo e Lercara: ragazzi a cui sono profondamente affezionato. Però…

Se dobbiamo fare le cose, facciamole fatte bene: vedere nello stesso girone Pro Patria, Varese, Lecco, Monza e Legnano sarebbe uno spettacolo puro. Avremmo, quasi ad ogni partita, un derby. Sicuramente la D avrebbe lo stesso livello della C2 passata, con queste formazioni tutte nello stesso girone, e farebbe bene a chi ama il calcio e le rivalità calcistiche – quelle sane, ovviamente.


Mi ha voluto al Bari, con lui, cercandomi quest’anno. Come mi cercò l’anno scorso. La prossima volta che mi cercherà non potrò dirgli di no. Sean è un maestro e un amico, come lo è Mauro Milanese.


Ci sentiamo sempre. Con Sean condividiamo un grande amore, il Varese, e anche quando mi chiama per chiedermi come sta andando la Pro Patria, alla fine finiamo a parlare dei biancorossi, come è normale che sia. Abbiamo vissuto, assieme, una storia importante e soprattutto incancellabile.

Certo. Anche se Patrizia Testa mi pungola sempre, dicendomi che il mio primo vero amore è stata la Pro. Ed è vero, ha ragione, anche perché qui ho incontrato la mia Mirella.

Mia moglie è una Tigrotta dal cuore biancorosso (ride, ndr). Sono fortunato ad averla al mio fianco…