Un anno di terrore in condominio Condannato per stalking a Varese

VARESE Ha terrorizzato un intero condominio per oltre un anno: condannato ieri a 5 anni e 6 mesi di carcere; dovrà inoltre trascorrere un anno in una casa di cura e tutela in aggiunta al periodo da scontare in cella.Così ha disposto il giudice per l’udienza preliminare Giuseppe Battarino che, nella sentenza, non ha riconosciuto in continuato i reati dei quali Fabio Mabiglia, 49 anni, di Varese è stato riconosciuto colpevole in primo grado. Mabiglia rispondeva di 15 capi di imputazione che spaziavano dai maltrattamenti allo stalking. Stalking a carico dei condomini di un intero palazzo, stando a quanto accertato dalla polizia di stato nel corso delle indagini.La cornice è quella di San Fermo dove l’uomo, con precedenti alle spalle, viveva con la madre sino al settembre 2011 quando fu arrestato e rinchiuso in carcere a Mantova. Mabiglia avrebbe letteralmente terrorizzato i vicini di casa; per ragioni ancora non chiarite l’uomo avrebbe stabilito all’improvviso che tutta l’area box della palazzina era di sua proprietà.Nessuno ci avrebbe più potuto mettere piede. Per rendere il concetto ancora più chiaro Mabiglia aveva arredato la zona: un’amaca appesa davanti al cancello d’ingresso (dove pare dormisse nelle notti meno rigide), ombrelloni, mobili di recupero, qualche rottame,

panni stesi al sole. Praticamente di tutto. Nessuno dei condomini aveva più accesso alla zona; nessuno poteva più ritirare l’auto. A fronte delle lamentele Mabiglia avrebbe risposto con minacce di morte molto dirette. A fronte della lettera di richiamo dell’amministratore le minacce di morte si erano trasformate in frasi oscene e di insulto scritte sui muri di tutta la zona.La paura era concreta tra i vicini di casa; Mabiglia avrebbe circondato la zona di inquietanti simboli di possesso di proprietà. Ad esempio un cappio appeso in bella vista all’inferriata che circonda la palazzina come a dire: chi tocca muore. L’uomo non avrebbe risparmiato neanche la madre che, residente nello stabile, in alcune occasioni si è rifugiata dai vicini perché maltrattata dal figlio. Il comportamento avrebbe avuto gravi ripercussioni anche sulla salute dei malcapitati vicini costretti a vivere in uno stato d’ansia e prostrazione: due residenti si sono rivolte alle cure di uno psicanalista, una terza si è rivolta addirittura allo sportello pubblico antistalking. Per questo ieri il gup ha riconosciuto una provvisionale pari a 2mila euro a ciascuna delle 7 parti civili costituitesi in giudizio. Mabiglia non avrebbe mutato atteggiamento neanche dopo l’arresto inviando lettere di minaccia al fratello dal carcere.

s.bartolini

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