GALLARATE Anno di transizione? «Sì, ma giochiamo per vincere. Al Maino». È la prima promessa di Giorgio Caravatti, tornato da due mesi in sella alla Società Ginnastica Gallaratese per riprendere in mano la sezione calcio, reduce da «due anni di disastri» in serie D. La prossima stagione sarà nel campionato lombardo di Promozione.Salvati per la storia?Mi dicono che il presidente Figc Giancarlo Abete stesso abbia avallato l’iscrizione, di fronte ad un simile patrimonio. Avrei potuto insistere per fare l’Eccellenza.Invece no?Chi ci ha preceduto ha lasciato debiti all’ente morale, utenze luce, gas e acqua del Maino e persino delle cene. Per un po’ tireremo la cinghia, usando le entrate per saldare i debiti. Meglio un anno di transizione in Promozione.Dove giocherete?Partite al Maino e allenamenti alle Azalee. Come settore giovanile solo la juniores provinciale.Quali gli obiettivi stagionali?Giocheremo per vincere, sta venendo fuori una bella squadretta con Fabio Pasetti e Pino Orioli. E nel frattempo puntiamo a ricostruire il settore giovanile, magari stringendo accordi con qualche squadra di quartiere, e rimettere in pista la sezione atletica.Si torna alle origini?La Gallaratese ha una storia troppo importante da
salvaguardare, è un patrimonio di cultura dei gallaratesi. Anche se qualcuno ne ha fatto scempio.Gli ultimi due anni?L’errore è stato voler fare la D, senza sponsor alle spalle. Hanno fatto disastri, per fortuna con una partita Iva e un numero di matricola distinti dall’ente morale.Tutto sistemato?Ho corso per un mese per rimettere a posto l’ente morale. L’obiettivo era salvare la Gallaratese e farla ripartire da un buon gradino. Abbiamo anche modificato lo Statuto: escluso dal consiglio chi ricopre cariche politiche.Ricomincia da dove il filo si era spezzato qualche anno fa, dopo la cavalcata dalla terza categoria?La Gallaratese ce l’ho nel sangue, ma oggi non posso sostenerla finanziariamente. Mi hanno tirato per i capelli: c’era il rischio di chiudere le porte del Maino e di veder crescere l’erba alta. Ho chiamato Orioli, che è alla Gallaratese da 50 anni, e gli ho chiesto “te la senti?”. Ci siamo rimboccati le maniche. Qual è il futuro?Lasciare ai giovani, come Alberto Ciampoli, che ha 28 anni e ci dà una mano con i conti. Come categoria, la dimensione ideale è l’Eccellenza, la serie D costa troppo.Andrea Aliverti
a.cavalcanti
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