Crisi di maggioranza: il Pd si spacca

Lo strappo - I tre protagonisti della querelle sono ormai diventati ufficialmente una minoranza interna

– Il Pd è ormai ufficialmente spaccato. Se fino a poco tempo fa si poteva ancora avanzare qualche dubbio e ottimisticamente interpretare le frizioni interne al partito di maggioranza come una dialettica un po’ aspra, ma pur sempre dialettica tra diversi punti di vista, in questi giorno è nata ufficialmente la minoranza interna, che potrebbe remare contro la giunta Galimberti. Dopo la dura presa di posizione di Luisa Oprandi, che ha espresso la propria perplessità

sul modo in cui la sua figura sarebbe stata trattata all’interno del partito, citando episodi, come il documento pre elettorale da sottoscrivere, anche Fabrizio Mirabelli e Giampiero Infortuna, gli altri due protagonisti di questa “rottura” interna al Pd, alzano il tiro. Entrambi parlano della scelta di votare per la presidenza del consiglio comunale un membro della minoranza, ovvero Stefano Malerba della Lega Civica, e criticano le nomine nelle società pubbliche, conferite a figure che hanno avuto in passato ruoli politici in partiti di centrodestra. Di fatto, oggi tre consiglieri comunali democratici su 13 possono essere definiti parte di una minoranza interna. Numericamente non mettono in crisi la maggioranza di centrosinistra, che potenzialmente scende da 21 voti a 18, uno in più della maggioranza assoluta di 17 consiglieri comunali su un totale di 33 eletti, tra cui il sindaco. Certo, i numeri diventano molto più risicati. A dare sostegno alla maggioranza, tuttavia, potrà esserci il voto di Stefano Malerba, a seconda dei provvedimenti. Così come non è escluso un apporto da parte del centrodestra, in particolare Lista Orrigoni e Forza Italia. Non certo un sostegno continuativo, ma la possibilità di un’intesa su singoli provvedimenti non è da escludersi a priori. Di fatto, solo la Lega Nord rimane come forza politica assolutamente chiusa al dialogo con la maggioranza. E probabilmente è proprio questa la mossa più interessante di Galimberti. Se il sindaco di centrosinistra riuscirà a portare avanti il dialogo con le forze moderate di centrodestra, potrà raggiungere l’obiettivo di isolare sempre di più, all’interno della stessa minoranza e nel contesto politico cittadino, la Lega Nord. Il progetto della giunta Galimberti è quello di una “deleghistizzazione” di Varese. E se il Carroccio, che rappresenta il gruppo consiliare più numeroso dell’opposizione, rimanesse leader della minoranza, sarebbe più difficile. Tuttavia, già dai primi consigli comunali appare chiaro come l’area moderata del centrodestra possa essere disponibile ad un dialogo. In particolare la Lista Orrigoni non chiude le porte a priori. E nemmeno Forza Italia. In questo scenario, l’esistenza di una minoranza dentro il Pd potrebbe anche favorire manovre di avvicinamento tra i due grandi blocchi.