Sono duecento e tutti pieni i centri fitness varesini

VARESE Ai varesini piace mantenersi in forma e lo dimostrano i dati su centri fitness, palestre, scuole e impianti sportivi in provincia: una struttura ogni quattromila abitanti. Una percentuale in linea con quella lombarda, regione che detiene il record per numero di imprese sportive e un tasso di crescita superiore al 2%. Ma anche in questo settore felice non mancano le brutte avventure, e i varesini lo sanno bene.Secondo la Camera di Commercio di Milano su oltre 14mila aziende italiane attive nel settore dello sport “praticato sul campo”, quasi una su cinque si trova in Lombardia.Qui si contano quasi 1.400 impianti come gli impianti come stadi, piscine, campi da tennis, palestre e altrettante sono le scuole sportive dedicate soprattutto a nuoto, equitazione, vela, sci e scherma e alle quali si aggiungono una sessantina di imprese miste. Naturalmente la parte del leone la fa il capoluogo meneghino che da solo si aggiudica il 30% delle attività sportive regionali. Seguono bresciani e bergamaschi con 562 e 365 imprese. Numeri superiori a quelli della città giardino e provincia. I varesini però, con 220 attività sportive sparse su tutto il territorio, riescono ad avere un’offerta che non ha nulla da invidiare ai primi della classe: una società ogni quattromila cittadini.Varese risulta invece fanalino di coda in un altro settore, quello delle nuove imprese nate nel 2012. In questa classifica Brescia è prima a livello

nazionale, Milano terza, mentre nell’ultimo semestre Varese su questo fronte ha fatto registrare un segnale negativo: -0,9%.<+togli_rientro>Colpa di qualche disavventura, ma la domanda di sport resta, come insegna l’esempio della città giardino. Il capoluogo ultimamente non ha molta fortuna con le attività sportive e lo dimostrano due casi eclatanti, punto di riferimento per migliaia di abbonati che ora vagano tra le palestre minori creando qua e là ondate di sovraffollamento. Il primo caso eclatante è quello del club Conti di via Sanvito che tre anni fa, con il nubifragio del luglio del 2009, è rimasto sepolto dal fango esondato dal torrente Vellone. Complice il mancato rimborso dei danni ad aziende e privati cittadini, il club non ha mai riaperto, inghiottendosi mesi di abbonamenti già pagati da migliaia di utenti che da un lato hanno cercato invano di recuperare il loro denaro, dall’altro si sono rifugiati in una nuova struttura. Quella aperta da Swim Planet con tempismo poche settimane dopo a meno di un chilometro di distanza sempre su via Sanvito, nello stabile del cinema Vela. Peccato che la nuova struttura sia fallita assieme a tutta la holding che contava ben sette palestre lo scorso 18 gennaio. E tra annunci e smentite su possibili riaperture sono migliaia gli abbonati che cercano uno sfogo, più che un riparo, nelle altre palestre cittadine con qualche crisi di sovrafollamento per panche e tapis roulant.Lidia Romeo

a.cavalcanti

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