Varese-Capo d’Orlando 81-82: le pagelle dei biancorossi

Kangur commovente, Ferrero epico ma tutto il resto fa venire le lacrime. Il nostro Fabio Gandini dà i voti ai ragazzi di coach Moretti

Non inganni il tabellino finale (14 punti e 8 rimbalzi): una sfida salvezza si deve giocare dall’inizio, non solo un tempo. Il modo in cui lotta nella ripresa non riesce a far dimenticare la mollezza, gli errori, il linguaggio del corpo pessimo dei primi venti minuti.

Anche lui come Davies, solo che con tempi invertiti. Presente, anche in attacco, nel primo tempo, fugace nel secondo. E, nonostante l’impegno, capace solo di lasciare il sentore dell’inadeguatezza alla battaglia sotto le plance odierna.

Ieri Moretti ha rinunciato dopo solo 10 minuti a cercare di farlo coesistere con Wright. L’impressione è che possa soffrire chiunque gli tolga la palla dalle mani e quindi anche il nuovo arrivato: proprio quello che non dovrebbe succedere. Al tiro è un pianto (2/12): ha scelto la serata peggiore per esserlo.

13 minuti, 4 palle perse, confusione: non si fa trovare pronto per la lotta più importante dell’anno.

Ci prova a dare fosforo alla squadra, ma dalla risposta dei compagni capisce quanto sia il caso di mettersi in proprio. Le percentuali, però, non gli danno ragione: 2/12 anche lui. Sbaglia l’ultimo tiro e quello che avrebbe potuto essere il colpo della staffa (peraltro con tanta, tanta, sfortuna).

7 minuti in campo: ingiudicabile.

Commovente per come mette il corpo in aiuto e nell’uno contro uno. Se tutti i suoi sodali difendessero come lui… Contro Capo, poi, si fa sentire anche in attacco e a rimbalzo. Tenesse anche l’ultima penetrazione di Boatright, non può farlo, sarebbe da costruirgli una statua in piazza Monte Grappa.

Lottatore epico: da solo riapre la partita, riprendendosela con la grinta, con le entrate di cattiveria, con la bava alla bocca. L’unico, o quasi, a incarnare lo spirito necessario a raggiungere la salvezza. È il giocatore meno pagato della rosa, ci fa sempre piacere ricordarlo.