Competenza, ingegno e l’idea che ha fatto arrabbiare i tedeschi. Trattamento corona, bobinatori, mulini e traini sono prodotti a Vanzaghello, Como, Cassano Magnago, Busto Arsizio: il made in Germany parla italiano.
E questo lo sa bene Raimondo Santoro, imprenditore che da 24 anni lavora nel settore delle costruzioni meccaniche producendo guidabolla.
Una gabbia nella quale qualunque materiale utile per l’imballaggio passa su rulli in carbonio, silicone espanso, di lana per il mercato del food/no food e del no-stick (il materiale colloso passa senza attaccarsi alle guide) per assicurare maggiore risparmio e competitività alle imprese.
Alla Sanplast – Premio “Italia che lavora” nel 1998 – si è rivoluzionato il mercato dei guidabolla con un brevetto europeo depositato nel 2007 (modello CM, Cestello Modulare) che ha diminuito gli sprechi di plastica e aumentato la precisione nel realizzare il prodotto.
Santoro, 57 anni, un passato nella rigenerazione di impianti per materie plastiche, titolare della Sanplast con 10 dipendenti (ne fanno parte anche i due figli), racconta la sua azienda. Iniziando dal “guida bolle” che ha reso l’azienda un punto fermo sui mercati mondiali. «Il “guida bolle” nasce dalla sperimentazione e dallo studio. Il modello Cestello Modulare nasce nel 2007 dopo due anni di prove e miglioramenti continui: si sposta su e giù, si apre e si chiude, gira – spiega l’imprenditore – Il mercato chiedeva una macchina che fosse in grado di affrontare lo sviluppo tecnologico dei nuovi impianti. Anni fa la bobina di materiale per imballaggio si vendeva al chilogrammo, mentre oggi si va al metro quindi servono velocità, potenza e precisione sempre più elevate: dai 70 metri si è passati ai 200 metri al minuto. Senza un guidabolla efficace, resistente e preciso non si potrebbero ottenere certe performance».
Il primo cliente fu la danese Falcon, poi arrivarono la CMG di Busto, la Macchi e la prima fiera di Düsseldorf. «A Düsseldorf è iniziata la corsa con i tedeschi – racconta Santoro – Alla Fiera avevamo promesso certe prestazioni del guidabolla, e nessuno ci credeva. Quindi, io e Macchi ci siamo guardati: “A quanto la possiamo spingere?”. Il display mostrava la velocità, i metri e i chilogrammi. Siamo arrivati a 200 metri al minuto».
E da quel momento i tedeschi hanno iniziato ad essere “gelosi” del brevetto. Santoro recentemente ne ha depositato un secondo. Oggi ha soltanto due concorrenti: uno italiano, l’altro tedesco. I vantaggi del guida bolle, del resto, sono molteplici: «È modulare, quindi può cambiare la guida in qualsiasi momento e in pochi minuti: 10, 15 al massimo. Su macchine che consumano mille chilogrammi di materiale all’ora, prima fai il cambio e prima vai in produzione. Quello tradizionale era adatto, al massimo, per tre tipi di materiali mentre il nostro lo è per tutti quelli con i quali si fa imballaggio con materie plastiche. Così si può passare da un prodotto ad un altro senza dover cambiare la gabbia. Il guidabolla della Sanplast resiste, poi, a circa 300 metri al minuto ed è nettamente più preciso: su un diametro di 1000 si ha uno scarto di 2 millimetri (quello tradizionale arriva ai 15). La precisione di questo guida-bolle è assicurata da un sensore che punta verso il centro e che, di conseguenza, assicura la maggiore perfezione possibile».
Poi c’è il valore aggiunto Sanplast: soluzioni su misura per ogni situazione (che hanno aperto ai mercati di Cina e Taiwan, e assistenza continua in ogni angolo del mondo. Oggi il 70% del mercato Sanplast è all’estero con clienti in Russia, America e Oriente. Sempre guardando all’innovazione come parte fondamentale di un modo vincente di fare impresa. Non soffrendo la crisi ma affrontando altri problemi: «Le tasse che si pagano ogni cinque minuti, le carte da compilare e consegnare che riempiono l’ufficio, il credito che non sempre c’è e la tassa rifiuti: ad oggi pago per il doppio dei metri quadrati del mio capannone. E non so il perché», conclude Santoro.
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