Cresce a Varese l’allarme per l’utilizzo di droghe pesanti da parte di giovanissimi.
La cocaina adesso viene venduta «in dosi da strada», a un prezzo stracciato. È l’ultima trovata di marketing usata dagli spacciatori per «fidelizzare nuovi clienti».
I consumatori sono giovanissimi che “devolvono” nell’acquisto della cocaina i soldi che sarebbero stati spesi per mangiare una pizza.
La preoccupante fotografia è tracciata da , responsabile del dipartimento dipendenze dell’Asl di Varese. «Ormai con 15-20 euro si compra una dose – dice Marino – I rivenditori si incontrano tranquillamente per strada, tra amici o al bar».
È vero che la cannabis, con 18 mila fruitori in provincia, è la droga più usata tra i 15 e i 24 anni. Ma subito dopo vengono la cocaina e le anfetamine sintetiche. Tra cui il “mdpv” che viene venuto in rete. I giovani lo comprano con una regolarità, fino a diventare «spacciatori in franchising».
«È stata riscontrata la presenza di un numero elevati di siti internet che vendono nuove droghe che derivano principalmente anfetamine – spiega Marino – Un esempio è il “Crocodile”, una sostanza impura prodotta da laboratori provvisori che fa diventare la pelle squamosa come quella di un coccodrillo».
A tutto si sommano mode segrete nate sottocasa, «a chilometro zero», riti di iniziazione cui i giovani si sottopongono per essere accettati dal gruppo. «Uno è l’alcol versato negli occhi – dice Marino – I ragazzi sostengono che far assorbire l’alcol dall’occhio produca uno sballo più veloce. Ma la cosa non ha alcun fondamento, anzi. Ne deriva un’irritazione della cornea che può portare al danneggiamento».
Secondo le analisi del dipartimento dipendenze dell’Asl, il 25% di coloro che fanno abituale consumo di cocaina utilizza anche eroina (spesso fumata e non iniettata in vena). Questo perché la seconda ha un effetto calmante che andrebbe a controbilanciare l’eccitazione cronica indotta dalla polvere bianca.
Come fare a contrastare il consumo? «Colpire il narcotraffico rischia di essere poco efficace perché gli stupefacenti passano per mille rivoli e alcuni sfuggono. È invece efficace lavorare sul versante dell’offerta, rovinando l’immagine sbagliata che viene data al prodotto. I narcotrafficanti sono molto bravi nel marketing perché riescono a vendere appagamento e trasgressione. Noi dobbiamo lavorare sulla prevenzione, facendo passare il concetto che drogarsi “è una cosa da sfigati”».
Molto utili sono i programmi di formazione centrati sui life-skills: «I giovani che hanno frequentato tali esperienze partecipando a programmi di formazione triennali hanno potenziato l’autostima e la fiducia in sé stessi – conclude Marino – È stato dimostrato che i giovani sicuri di se stessi sono quelli che meno facilmente si fanno tentare dagli stupefacenti».
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