Prendere 4 gol non significa per forza avere sbagliato qualcosa.
Ali chiuse e il Varese precipita: sulle fasce il Carpi fa terra bruciata e scava il solco che si trasforma in un buco nero.
Tre gol subiti in dieci minuti parlano da soli e non lasciano scampo a nessun centrale, neppure se si chiamasse Baresi. Peccato perché prima del black out il duello con Mbakogu, una forza della natura, lo stava pareggiando.
Restiamo della nostra idea: il Carpi ha scavato la fossa al Varese martellando e dominando in fascia, non al centro dove Rea stava facendo bene nelle piccole cose che contano (una liberazione, un contrasto, una mano sulla maglietta dell’avversario).
Ma beccato il secondo gol, anche lui s’è fermato.
Se lo puntano gli vanno via ed entrano in area: è matematico ed era già successo con lo Spezia, per ora non è all’altezza degli avversari e della B.
Un passaggio, una corsa, una speranza: non smette di giocare nemmeno sul 4-2 e questo è da Varese ma ieri non è mai stato decisivo.
Entrano Scapinello e Cornacchia che potrebbero essere suoi figli, si sbraccia e li segue in una situazione compromessa: il gruppo c’è.
Ha avuto (quasi) tutte le possibilità che un ragazzo sogna di avere per poter dimostrare di meritare la serie B. Se non rischi di cadere, non volerai mai. Mai un passo avanti, sempre uno indietro.
Non fa il Rivas come a Masnago ma non si butta via, ci prova, almeno fa casino: il cross del 2-2 arriva da un uomo che gli va via in modo falloso.
Gli abbiamo visto fare qualunque tipo di gol ma di testa all’indietro in torsione nell’angolino alto più lontano come ieri, mai. Passano gli anni e lui sa sempre come stupirci.
Un gol mettendo a sedere mezza difesa, l’assist del 2-1 a Neto: se non fosse per il mani sul rigore per questo ventenne sarebbe un esordio da 8.
La prima in B di questo diciannovenne di Schianno che vive da quando era bambino solo per il calcio incarna un sogno di tutti che s’avvera.
Diciotto anni, dalla Primavera alla B nel momento più duro: benvenuto e buona fortuna, Davide.
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