Il Varese Calcio oggi ritorna a casa sua Sannino: «Qui c’è la forza della storia»

Esordio casalingo con la Pro Vigevano. Ieri l’ex mister era allo stadio per assistere alla rifinitura. Melosi: «Loro arriveranno qui motivatissimi. Noi dobbiamo giocare come sappiamo: da lottatori»

È tornato a soffiare il vento su Masnago. Quel vento che viene giù dal Sacro Monte, che ti si infila sotto la giacca e picchia fin nelle ossa. Quel vento che calma i bollenti spiriti e ti costringe ad abbassare la testa e lavorare, perché non sarà un 6-0 a Besozzo a farci vincere l’Eccellenza. Quel vento, soffiava ieri mattina, durante la rifinitura dei biancorossi al Franco Ossola.

Quel vento, proprio ieri, ha portato una visita speciale e inaspettata. La visita di Beppe Sannino. L’ex mister biancorosso si è presentato allo stadio attorno alle 11 meno un quarto, per un caffè con gli amici di sempre. Perché, quando entri a casa di un amico, è come se entrassi a casa tua – e nel caso di Beppe il Franco Ossola è e resterà sempre casa sua -, non chiedi permesso, non bussi. Lo fai e basta. Lo fai e “Fun Cool”.
L’uomo di Ottaviano spunta davanti al cancello che da sul campo, quello sotto la tribuna. Si guarda, braccia conserte, come nel suo stile che tutti conosciamo, il suo Varese. Lo ammira da dietro la recinzione, finché Giorgio Scapini da fuori il tunnel degli spogliatoi non lo nota: «Beppe, vieni qui».
Così Sannino entra nel tunnel e si ferma di fianco agli spogliatoi. Ad accoglierlo, a braccia aperte, ci sono Pietro Frontini, Enzo Rosa e ovviamente lo stesso Scapini. Le parole che escono dal gruppo sono tante, perché sono tante le storie da raccontare e raccontarsi. Per chi è rimasto a Varese c’è questo nuovo e pulito corso, questa rinascita che sa già di vittoria. Per Beppe, invece c’è l’esperienza fatta a Catania. Ma alla fine, i discorsi ricadono sempre sul Varese: ricadono lì proprio quando a Sannino squilla il cellulare: «Pronto… va bene, ci sentiamo più tardi. Ora sono impegnato», dice nell’apparecchio. E poi, guardando Enzo Rosa: «Oh, mi chiedono sempre di parlare del Napoli. Ma chiedetemi del Varese, del mio Varese».

Beppe Sannino era in città da un paio di giorni, e non ha resistito. È dovuto tornare nel suo stadio. Nello stadio che lo ha lanciato definitivamente nel mondo dei migliori allenatori italiani. Nell’Olimpo del pallone. «Sono arrivato a casa qui un paio di giorni fa – dice lo stesso Beppe -, e la sera, sedendomi sul divano ho acceso la tv. Girando canale, mi è capitato Rete 55. E sapete cosa stavano trasmettendo? La partita del Varese, quella contro il Verbano. Alla fine me la sono vista tutta. Ho visto

il presidente Barbarito che si fregava le mani (ride, ndr.), e poi ho visto un grande Varese. Ho notato Azzolin, è un ragazzo di grande personalità, ogni tanto pure troppa. Poi mi sono piaciuti molto Zazzi a centrocampo e Lercara. Tutti giovani molto interessanti Non avrei sopportato un Franco Ossola vuoto».Oggi Beppe non ci sarà, ma ci sarà il Varese in un esordio in casa attesissimo da tutti. Dai giocatori ai tifosi. Ci sarà da affrontare la Pro Vigevano, squadra dura, ostica. Squadra che arriverà con il coltello tra i denti.

Frontini ne è sicuro: «Chi viene qui non ha nulla da perdere e tutto da vincere. La prima cosa che faranno i giocatori, non sarà mica infilarsi negli spogliatoi, ma andare in campo a farsi le foto. E quando gli ricapita di giocare al Franco Ossola? Daranno tutto, statene certi… Se andate a Gavirate ci sono ancora gli articoli appesi con la vittoria sul Varese». Ma lo scalpo del Varese lo avranno difficilmente, ci spiega mister Giuliano Melosi: «Loro verranno qui per chiudersi e ripartire. L’assenza del loro allenatore non inciderà più di tanto sulla partita, perché penso che le motivazioni le avranno a prescindere da tutto. Noi dobbiamo giocare come sappiamo. Ai ragazzi ho chiesto grinta, determinazione e lotta su ogni pallone come fosse l’ultimo. Scenderemo in campo con il 4-3-1-2, perché ormai lo sapete: adatto il modulo ai giocatori che ho a disposizione. E poi, dopo 10 gol in 2 partite, potrei mai cambiarlo?».
Insomma: il vento del Sacro Monte ha soffiato sul Franco Ossola. Ora tocca solamente a noi, perché il destino è proprio solo a un soffio, afferriamolo.

Beppe Sannino nel tunnel del Franco Ossola, ieri mattina durante la rifintura

Beppe Sannino nel tunnel del Franco Ossola, ieri mattina durante la rifintura